Storie di contrabbando e di rincorse sul confine

Continua con Speakeasy la stagione del teatro Santuccio di Varese. Il prossimo appuntamento è per il 10 aprile con “Rimanendo sul confine – Ovvero la volta che rincorsi il fante di cuori”

– Con Speakeasy: storie di contrabbando Varesino al Santuccio. La rassegna di teatro Off propone per venerdì 10 aprile, alle 21, “Rimanendo sul confine – Ovvero la volta che rincorsi il fante di cuori”.
Lo spettacolo di KarakorumTeatro, nella sala di via Sacco 10 a Varese, racconta di contrabbandieri e finanzieri varesotti e le loro storie sul confine.
Tutto è nato da «un fascino – racconta Stefano Beghi che ha scritto e interpreterà

il monologo – Ho incrociato la storia di questi personaggi degli anni ‘70 un po’ per caso, tra libri e letture». «Grazie ad edizioni Deste ho incontrato di Sergio Scipioni, ex finanziere in pensione, e autore di racconti sul contrabbando. Posti, libri e persone hanno reso quel fascino concreto per me». Allo spettacolo seguirà il confronto-dibattito di approfondimento a cura di Edizioni Deste, in compagnia proprio di Scipioni autore di “Storie di confine e di contrabbando”.
Prendono vita le atmosfere dal sapore mitico e avventuroso che hanno colorato le valli varesine di mezzo secolo fa: per riscoprire il valore umano di un fenomeno che ha fortemente segnato la storia locale.
Il protagonista del monologo porta a scoprire storie di contrabbandieri e finanzieri, briganti gentiluomini e militari in esilio, le loro avventure sul confine tra legale ed illegale, bisogno e desiderio, coraggio e follia, in cui giocare è provare ad andare oltre, è concedersi il diritto di sentirsi degli eroi. «Sono due i motivi per fare questo spettacolo. Il primo è che tutto quello che è avvenuto cela un lato profondamente umano che va al di là della morale, della politica e della storia».
Guardie e ladri sono accomunati dal rapporto con il confine.
«I “furfanti” sono spinti a superare quello della legalità per necessità con coraggio, ingaggio e impegno facendo cose incredibili».
«Lo stesso valeva per i finanzieri, spesso ragazzi del sud che vedevano nell’arruolarsi, lasciare la loro casa per dedicarsi all’Arma con anima e corpo, l’unica possibilità per un futuro migliore».
Rappresentavano due facce delle stessa medaglia.Il secondo motivo è “anagrafico”.
«Credo che i trentenni abbiano bisogno di sentirsi raccontare una storia del genere». Trovarsi di fronte questa vicende «mi ha permesso di interrogarmi e confrontare le dinamiche che sono le stesse oggi come allora: il sogno, la voglia di andare oltre, la paura di non riuscire a costruirsi un futuro o d’andare al di là del quotidiano, l’impossibilità di raggiungere un obiettivo». Allora il limite invalicabile era il confine, «oggi la situazione economica». Ingresso 10 euro, ridotto (per studenti, convenzionati e attori professionisti) 8 euro. Info e prenotazioni: www.teatrosantuccio.it/speakeasy.