Tutti contro tutti: rissa politica sui 48 profughi di Gallarate

GALLARATE Martedì mattina, passate da poco le sette, i volontari hanno messo in moto i furgoni e hanno riaccompagnato i 48 profughi al centro polifunzionale per le emergenze di Bresso, da dove erano partiti la sera prima.
Sì è conclusa così la lunga notte dei richiedenti asilo che la Regione Lombardia intendeva collocare all’interno del Cpe gallaratese di via degli Aceri, incontrando però la ferma opposizione da parte dell’amministrazione. «Sono stato avvisato dal prefetto intorno alle 19.30

– racconta il vicesindaco facente funzioni Massimo Bossi, arrivato sul posto alle 22.30 – ho chiesto di conoscere i dettagli logistici». Ovvero per quanto tempo i profughi sarebbero rimasti a Gallarate, chi avrebbe dovuto farsi carico di distribuire loro cibo e bevande, di garantire un presidio sanitario e la sicurezza all’interno della struttura. Informazioni che non sono arrivate, tanto che Bossi, alle due del mattino, ha ordinato la chiusura dei cancelli del Cpe. Con il risultato che i 48 richiedenti asilo hanno trascorso la notte sui furgoni della Protezione civile, prima di ripartire poi ieri mattina. «Non si possono gestire le situazioni con questo pressapochismo», sbotta Bossi, additando il Pirellone.
Ma la Regione Lombardia difende l’operato dell’assessore alla Protezione civile Romano La Russa e precisa, in una nota: “Il nostro compito si esaurisce con il trasferimento dei richiedenti asilo, secondo le disposizioni del Prefetto».
Durissima contro il vicesindaco è la Lega Nord che, per bocca del segretario provinciale Stefano Candiani, afferma: «Massimo Bossi doveva rimanere lì fino a stamattina (ieri, ndr. Chi c’era a decidere con i vigili? Ma questi sono capaci di prendere decisioni o aspettano sempre che arrivi qualcuno da via Aleardi (sede Amsc, ndr) a risolvere i problemi?».
Più pacato, ma in un certo senso più sferzante, il commento del ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Non voglio entrare in polemica con nessuno, ma dico che fare dormire i profughi sui furgoni è stato un gesto davvero eccessivo. Quelli non erano clandestini ma persona in fuga da una guerra».

e.romano

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