«Malpensa è la vera porta del “Made in Italy”. Ed è un hub da potenziare»

Il ministro Delrio ieri all’hangar Sea Prime al Terminal 1

– «Malpensa, hub da potenziare. Qui c’è la porta del Made in Italy nel mondo». Parole del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, che ieri ha partecipato alla giornata di presentazione del piano nazionale per il rilancio del cargo aereo, che si è svolta nell’hangar Sea Prime del terminal 1 in brughiera. L’Italia investe nella logistica per diventare più competitiva: e la “Cargo City” di Malpensa è un nodo fondamentale in questo settore, visto che più della metà delle merci spostate per via aerea in Italia passa dallo scalo della brughiera.

«Se avessimo la logistica dei tedeschi, avremmo il sistema industriale più forte del loro: perché noi siamo più forti di loro, la differenza tra noi e i tedeschi la fa la logistica» così, di fronte al presidente di Sea Pietro Modiano e al governatore della Lombardia Roberto Maroni, oltre che al “gotha” nazionale del settore del trasporto merci per via aerea, il ministro delle infrastrutture Delrio ha sintetizzato perché e quanto per il nostro Paese è decisiva e «fondamentale la sfida della logistica».

Lo dicono i numeri, che parlano di «crescita per il cargo aereo italiano»: più 14,6% nell’ultimo anno con una stima di un più 10% nel 2017. «È il settore su cui viaggia gran parte delle merci “preziose” del nostro manifatturiero, in quantità non tantissime ma in qualità e valore aggiunto tantissimo – sottolinea il ministro – qui viaggia davvero il Made in Italy ed è davvero importante rilanciare questo settore».

Ed è il motivo per cui Delrio ribadisce che c’è «la volontà di potenziare l’hub di Malpensa», dove transita oggi oltre il 50% della merce trasportata via aria in Italia. Delrio ci crede nel rilancio, anche per le conseguenze positive che potrà portare al sistema Paese nel suo complesso: «Si può rendere più efficienti e competitive le nostre imprese non solo abbattendo il costo del lavoro o riducendo il numero di persone che lavorano, ma anche migliorando la logistica e investendo nelle infrastrutture – fa notare il ministro delle infrastrutture – aumentare la produttività si può anche pensando alla logistica: è un’opportunità per le nostre imprese e per il sistema Paese di essere al passo coi tempi».

Dal lavoro che il tavolo ministeriale ha compiuto con tutti gli attori del settore ne è nato un impegno che è anche uno slogan, “Connettere l’Italia”, oltre che un “position paper” che punta innanzitutto a «dare più certezze alle imprese, far capire che siamo seri e ci impegniamo a mettere al centro l’impresa e il lavoro. Perché se spostiamo il 30% delle merci sul ferro, l’operatore privato sa che può investire. Connettere il Paese per renderlo più

forte, mettendo al centro le aree logistiche-industriali e quelle turistiche. L’Italia deve rimanere un grande Paese manifatturiero, lo dico qui nel cuore del manifatturiero italiano». In questo grande ridisegno della logistica italiana, l’aeroporto di Malpensa riveste un ruolo centrale. Anche perché il settore aeroportuale è ripartito: «Da 1,9 miliardi di investimenti nell’ultimo quinquennio gli aeroporti principali passeranno a 2,9 miliardi nel prossimo quinquennio. Segno che hanno dimostrato di essere all’altezza» spiega Delrio, invitando anche a mettere da parte la storica rivalità territoriale sull’asse Milano-Roma. «Non c’è competizione, i grandi scali crescono insieme e i numeri record di Malpensa e Fiumicino lo dimostrano – sottolinea il ministro – la liberalizzazione ha aiutato a crescere. E qui a Malpensa abbiamo un’eccellenza assoluta del cargo aereo, che trasporta il meglio delle merci italiane e del Made in Italy».

Un messaggio di fiducia, quello che si è percepito ieri sotto l’hangar della Cargo City di Malpensa. Lo ha recepito per primo il presidente di Sea Pietro Modiano: «Da qui finalmente posso dire che forse ce la facciamo. Perché sento dire di fare sistema da anni, ma in questo settore abbiamo iniziato a farlo. Questa straordinaria visione di connettere l’Italia ci mette tutti insieme, ci fa sentire parte di un sistema, che evita investimenti inutili e apre le porte a tavoli in cui si parla la stessa lingua. È un grande incoraggiamento ad andare avanti, perché questa è la direzione giusta». Modiano ci crede: «La logistica è la sfida del futuro, ma se si pensa di fare da sé si investe inutilmente e si creano strozzature allo sviluppo. E dove ci sono strozzature, c’è meno Pil, ci sono talenti compressi e potenzialità che non si esprimono».

«Azioni per il rilancio del cargo aereo»: nell’hangar della Cargo City di Malpensa, in un evento realizzato in collaborazione con Sea Aeroporti di Milano e Adr Aeroporti di Roma, si svela il documento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che delinea le azioni per il futuro del settore chiave della logistica. È una parte del piano “Connettere l’Italia” del MIT e rappresenta una sorta di “Road Map” che le istituzioni competenti e gli stakeholder del settore hanno ispirato in un lavoro coordinato dalla struttura tecnica di missione del Ministero stesso. Il fulcro del piano lo spiega Stefano Paleari, responsabile per il trasporto aereo della struttura tecnica di missione: le grandi potenzialità inespresse di un settore, quello del traffico merci negli aeroporti italiani, che rappresenta «solo il 6% del totale movimentato in Europa, mentre in termini di popolazione e Pil il nostro Paese rappresenta rispettivamente il 12,2% e il 10,7%». Eppure la crescita c’è ed è sensibile, visto che per il 2017 si stima un valore complessivo di 80 miliardi per il settore della logistica italiana. «Il cargo aereo in Italia, sebbene costituisca solo lo 0,7% in volume delle esportazioni extra-europee, rappresenta il 25,8% del valore economico dei beni trasportati di questo traffico extra-Ue, il 65% è relativo alle esportazioni, il 35% alle importazioni. Il che dimostra la vocazione dell’Italia nel contesto globale». Una dinamica di crescita, quella del traffico merci negli aeroporti, che è superiore a quella della stessa Unione Europea: «Questo dimostra che c’è uno spazio di azione» sottolinea Paleari. In questo quadro l’aeroporto di Malpensa è uno dei primi cinque scali cargo italiani, con una concentrazione di quasi il 90% dell’intera quota del mercato italiano: «La concentrazione del trasporto merci è comune a tutte le nazioni europee e se Malpensa prevede di arrivare entro il 2021 quasi a raddoppiare i volumi trasportati, fino ad un milione di tonnellate, c’è bisogno che la crescita sia diffusa, non monopolizzata». Come sostenere questa crescita e far esprimere le potenzialità del cargo? Ennio Cascetta, amministratore unico di RAM, la società in house del Ministero, evidenzia i «108 interventi prioritari sulle infrastrutture fino al 2030, per ridurre uno spread logistico che costa al nostro Paese 12 miliardi di euro ogni anno. Per quanto riguarda il cargo aereo – spiega Cascetta – “Connettere l’Italia” individua 16 aeroporti “di primo livello”, fondamentali per lo sviluppo economico, turistico, territoriale su cui sono previsti invarianti del valore di 2 miliardi e 134 milioni di euro. In Italia e in Europa non si costruiranno nuovi aeroporti: l’obiettivo è quello di valorizzare gli scali esistenti tramite il collegamento su ferro degli scali con oltre 3 milioni di passeggeri all’anno; la tecnologia per ottimizzare il funzionamento; interventi specifici per l’aumento di capacità di terminal e piste. Tra gli aeroporti, sei hanno le potenzialità per diventare degli hub cargo: Malpensa, Fiumicino, Orio al Serio, Catania, Bologna, Venezia»