Un’altra rivolta al centro d’accoglienza. I migranti espulsi scavalcano il cancello

Nuovo pomeriggio di tensioni alla KB di Gallarate dopo le risse del 21 settembre

«E noi dove andiamo a dormire questa sera?». Questa è la domanda che si sono posti i 5 richiedenti asilo che, nella mattinata di ieri, si sono visti revocare dalla Prefettura di Varese il loro inserimento nel progetto di accoglienza gestito dalla KB srl. Facciamo un passo indietro.

Lo scorso 21 settembre, il Centro di accoglienza gestito dalla KB in via Ranchet, nel quale vi sono attualmente 95 richiedenti asilo, è stato teatro di una serie di tafferugli tra richiedenti asilo del Gambia e del Niger, che, durante la giornata, si sono tramutati in due risse. Sul posto erano intervenuti Polizia, Carabinieri ed il vice questore e, proprio le forze dell’ordine, dopo aver identificato i facinorosi e ricostruito la dinamica dei fatti, hanno inviato documentazione al Prefetto Giorgio Zanzi. «Spetta a lui decidere se e quali provvedimenti prendere nei confronti dei richiedenti asilo segnalati» aveva dichiarato all’indomani dei fatti il legale della KB, .

E così è stato. Dopo aver visionato i referti, la Prefettura ha deciso l’espulsione di cinque di loro, tutti provenienti dal Gambia, ai quali è stato impedito l’accesso all’immobile di Madonna in Campagna mentre altri 15 sono stati diffidati. «Ieri mattina i responsabili del centro hanno condotto a Varese i cinque gambiani che, come prevedibile, non hanno accettato questa decisione» spiega il legale. E così, i richiedenti asilo sono stati riportati a Gallarate ma non nella sede di via Ranchet perchè «non sono più in carico alla KB» precisa l’avvocato Pizzi.

Insomma, ad ora sono allo sbaraglio, abbandonati al loro destino e, proprio per questo motivo, spaventati dal pensiero di dover poter dormire, hanno deciso di appostarsi davanti all’ingresso dello stabile gallaratese in attesa del momento giusto per entrare. Ovviamente gli animi si sono scaldati tanto che tutti i responsabili della KB sono stati allontanati dal centro perchè «non ci sono i requisiti minimi di sicurezza » sottolinea Pizzi. «Abbiamo avvertito le forze dell’ordine e, per precauzione,

il servizio mensa in un primo momento sospeso è stato poi ripristinato con la presenza delle forze dell’ordine che garantivano la sicurezza dei cuochi». Sul posto è arrivano anche il primo cittadino e l’assessore alla sicurezza «Sindaco, assessore alla sicurezza, ufficiale della Polizia Locale, Vice Questore, capitano dei Carabinieri ed una dozzina tra agenti e carabinieri sono fuori dal centro – denunciano – mentre KB che, grazie a questa accoglienza guadagna milioni euro all’anno, è da qualche altra parte a godersi gli introiti del loro operato». Con il passare delle ore, e l’avvicinarsi dell’orario di rientro al centro (le 22) i richiedenti asilo hanno incominciato ad arrivare alla spicciolata nella speranza di entrare. Alla fine la pazienza dei cinque asilanti è stata premiata, alle 19.30, grazie anche all’aiuto dei loro amici presenti all’interno del centro, incuranti delle forze dell’ordine presenti, hanno scavalcato il cancello.

«Oggi assistiamo al fallimento dell’accoglienza dei richiedenti asilo – ribadisce Cassani – è la dimostrazione di questo sistema disastroso gestito dallo Stato che ha portato cooperative che guadagnano milioni di euro ad abbandonare cento persone ed un immobile in una zona residenziale. Per questa situazione dobbiamo ringraziare anzitutto KB e lo Stato italiano». Così si conclude l’ennesima giornata convulsa con una struttura di Madonna in Campagna lasciata in uno stato di autogestione. E domani?

Per tutta la notte il centro è stato presidiato dalle forze dell’ordine in attesa di capire quali saranno le decisioni della prefettura e forze dell’ordine.