Il mese mondiale dell’Alzheimer

È la forma più comune di demenza degenerativa ed è progressivamente invalidante. I trattamenti disponibili consentono di alleviare i sintomi e di rallentare la progressione della patologia

La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età e colpisce più spesso le donne. Come tutte le forme di demenza comporta un progressivo decadimento delle funzioni cognitive, a cominciare dalla memoria. Le sue cause sono ancora ignote, anche se sono stati identificati numerosi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia. A oggi non esiste una cura per l’Alzheimer: i trattamenti disponibili consentono di alleviare i sintomi e, in alcuni casi, di rallentare la progressione della patologia. Questi elementi, uniti al progressivo invecchiamento della popolazione in tutto il mondo, ha indotto l’Organizzazione mondiale della sanità a inserire la malattia di Alzheimer tra le priorità globali di sanità pubblica.

Oggi circa 35,6 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza. Di queste, il 60-70% (tra i 21 e i 25 milioni) è affetto da Alzheimer. Anche in Italia la patologia ha dimensioni rilevanti: secondo l’Istat circa 1 milione di italiani sono colpiti da questa malattia. Il numero dei malati è inoltre destinato a crescere. Ciò richiederà un ampio sforzo sanitario ed economico: le demenze hanno infatti costi elevatissimi. Si stima che nel 2010 abbiano superato i 600 miliardi di dollari.

In genere si distinguono tre stadi della malattia: Alzheimer lieve: i sintomi più comuni nei primi stadi dello sviluppo della malattia sono perdita di memoria, sbalzi d’umore, problemi nel linguaggio. Alzheimer moderato: al progredire della malattia possono comparire disorientamento, difficoltà a orientarsi nello spazio, problemi alla vista, allucinazioni, comportamenti ossessivi , disturbi del sonno, incontinenza. In questa fase compare quello che il sintomo che più tipicamente si associa all’Alzheimer: la perdita della memoria a breve termine. Alzheimer severo: i sintomi comparsi in precedenza diventano più accentuati. Possono aggiungersi difficoltà a deglutire, difficoltà nei movimenti, perdita di peso e di appetito, maggiore sensibilità alle infezioni.

L’Alzheimer è causata dall’atrofizzarsi progressivo di aree via via più estese del cervello. Una peculiare caratteristica del cervello delle persone affette da Alzheimer è la presenza di una quantità abnorme di una proteina (amiloide) che si condensa in placche e in accumuli fibrosi. Sono stati identificati diversi fattori che aumentano il rischio di sviluppare la patologia: la storia familiare, traumi cranici o malattie vascolari

La diagnosi di Alzheimer non è semplice. La malattia infatti ha una sintomatologia che può essere comune a molte altre patologie. Inoltre non esistono marcatori specifici, perciò la diagnosi viene posta escludendo le altre condizioni.Il percorso che porta alla diagnosi prevede: anamnesi e visita medica, dei semplici test che possono fornire indicazioni utili sulla progressione della malattia, esami di laboratorio ed esami. A oggi non esiste una cura per la malattia di Alzheimer. Sono però disponibili farmaci che possono alleviare i sintomi e in alcuni casi rallentare la progressione della patologia. I principali sono gli inibitori dell’acetilcolinesterasi e la memantina. Sebbene non si conoscano ancora le cause,molti studi dimostrano che mantenersi mentalmente attivi con attività come la lettura, lo studio di una lingua straniera, la musica o semplicemente coltivando i rapporti sociali può aiutare a ritardare l’insorgenza della demenza.