Bernard Madoff: «In carcere trattato come un capomafia»

NEW YORK «In prigione sono una celebrità, vengo trattato come un capo della mafia: alcuni mi chiamano Zio Bernie, altri Mister Madoff». Così, in una lettera alla nuora, Bernard Madoff, il re delle truffe di Wall Street, condannato a 150 anni di reclusione, raccontava la sua vita in prigione nell’agosto del 2009.

«Non posso andare da nessuna parte senza che qualcuno mi dia sostegno morale con parole di incoraggiamento. Tutti sono gentili, tutti si preoccupano della mia salute, compreso il personale», spiegava l’ex finanziere nella lettera. «Per me è più sicuro stare qui dentro che camminare per le strade di New York», sottolineava.

La lettera è stata inviata da Madoff a Stéphanie Mack, la moglie del figlio, che si suicidato l’11 dicembre dello scorso anno in seguito allo scandalo che ha travolto la sua famiglia.  Stephanie Mack ha parlato della lettera nel corso di un’intervista alla televisione Abc, che verrà trasmessa oggi.
L’autobiografia della Mack, “The End of Normal: A Wife’s Anguish, A widow’s New Life” (‘La fine di una vita normale: l’angoscia di una donna, la nuova vita di una vedova’) è stata appena pubblicata negli Stati Uniti.

a.cavalcanti

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