La lepre italica ha preso casa nell’oasi vede di Varese

MUSTONATE (Varese) «Ho visto bene o quella era una lepre?». Sì, ma non una lepre come tante, bensì una pregiata lepre italica. Sicuramente vi sarà capitato di incontrarne una a Mustonate, dove balzano, saltellano e corrono all’impazzata nei prati. Facendo due passi nei boschi si trova anche una zona protetta e ben delimitata, segnalata da un cartello con scritto: «Oasi di ripopolamento della lepre italica». Mustonate, il paese-podere, ribattezzato «piccola Inghilterra» per la similitudine con le colline inglesi, è un habitat perfetto per l’insediamento di questo animale in via d’estinzione. C’è infatti un’ampia presenza di pascoli, intervallati a mosaico da vegetazioni arbustive e boschive.

L’idea di introdurre le lepri italiche nel territorio è di Francesco Aletti, l’imprenditore banchiere che ha riqualificato il borgo: «Tre o quattro anni fa abbiamo lasciato andare qualche coppia di lepre italica. Ogni anno, con la Provincia, facciamo il censimento. Adesso ce ne sono già 70 esemplari. Bisogna considerare che il territorio non è cintato da reti, quindi le lepri possono andare dove vogliono. Una volta all’anno si fa anche una cattura con le reti e alcuni esemplari vengono mandati a ripopolare altri territori. Si tratta di un piccolo prelievo. La presenza delle lepri indica che il territorio è sano».

La lepre italica è una specie endemica che ha vita difficile in gran parte della penisola ed è per questo oggetto di specifiche misure di conservazione da parte dello stato. Il suo nome scientifico è «Lepus Corsicanus» e si distingue dalla più comune lepre europea per dimensioni inferiori e una colorazione più chiara, di colore arancio su dorso e petto con brizzolature grigie sul quarto posteriore. Gli occhi sono cerchiati di bianco e le orecchie hanno la punta nera, così come la coda. La sopravvivenza della lepre italica è minacciata dalla frammentazione areale, l’isolamento, il bracconaggio, nonché la competizione con la lepre europea.

Per salvaguardare l’animale è stato anche promosso il piano d’azione nazionale per la lepre italica (informazioni su: www.minambiente.it).

«La lepre italica è la regina indiscussa dal nostri prati» puntualizza Aletti. «Per proteggerla facciamo di tutto. Per esempio, per non danneggiare i nidi, invitiamo le persone a tenere i cani al guinzaglio. È un animale che ho voluto introdurre per ripopolare l’ambiente con la sua fauna autoctona, non per produrre reddito». Una volta queste lepri venivano importate dalla Polonia per le battute di caccia, a Mustonate però la caccia è vietata. Quindi i cacciatori, per sparare alle lepri, devono aspettare che escano dai confini del borgo.

Adriana Morlacchi

f.tonghini

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