Aggredita e picchiata sul bus Ventenne nel mirino: “Negra”

VARESE Aggredita e insultata sull’autobus al ritorno dal lavoro. Ora denuncia l’episodio: «Sono motivazioni razziali. Mi hanno detto anche “negretta di m…”». È quanto ha raccontato al suo legale Roberta Alvarez Dos Santos, ventiduenne di origine brasiliana arrivata in città da alcuni anni per ricongiungimento familiare con la madre, collaboratrice domestica per una famiglia di Varese.
Due settimane fa sarebbe stata protagonista dell’episodio riferito sulla linea N della Sila che collega viale Borri a Bobbiate.

Non appena arrivata a destinazione non ci ha pensato due volte: insieme alla mamma, che è arrivata a prenderla direttamente alla fermata, è andata prima al pronto soccorso per farsi medicare e ottenere il referto medico, poi si è presentata in questura per sporgere denuncia contro l’aggressore. Anzi, contro gli aggressori. «Roberta è stata aggredita da un autista della Sila in borghese e dalla moglie» riferisce l’avvocato della ragazza, Marzia Giovannini. Era circa mezzogiorno di sabato, e l’uomo stava viaggiando come passeggero insieme alla moglie. Roberta era di rientro dal Molina dove sta seguendo un corso di formazione per assistere gli anziani ed è salita sul pullman con una compagna, una ragazza del Nicaragua, anche lei con la pelle scura. «Erano sedute davanti e Roberta si è lamentata con l’autista perché faceva molto caldo e non c’era l’aria condizionata», prosegue il legale. «A quel punto un signore ha iniziato a commentare chiedendo se volessero anche i tappeti rossi e dicendo che nel loro paese i pullman non sono migliori. Roberta ha risposto che stava parlando con l’amica e non con lui, ma da lì sono partiti gli insulti».
L’uomo – sempre secondo la ricostruzione – avrebbe poi chiesto all’autista di far scendere la ragazza, che però non ne ha voluto sapere: «Aveva un abbonamento e lo ha precisato», riferisce l’avvocato, «nonostante la collutazione verbale ormai si fosse innescata». Nella vicenda sarebbe entrata anche la moglie dell’uomo, secondo la testimonianza della ragazza: «La signora le avrebbe graffiato il collo e la parte inferiore del viso, non è chiaro per quale ragione. Roberta ha cercato di difendersi, e racconta che, per fermarla, l’uomo l’ha presa per la coda di cavallo e l’ha fatta finire per terra dove le avrebbe dato anche dei pugni». Infine, dopo alcuni tentativi di intervento a difesa della ragazza da parte di altri utenti dell’autobus, «due anziani» in particolare, come ha precisato lei, la ragazza ha aspettato la fermata di Bobbiate ed è scesa. Erano circa le 12.15. Il referto dell’ospedale parla di abrasioni per una prognosi di cinque giorni. «Niente di grave, ma c’è l’aggravante razziale. Le avrei consigliato io di indicarla ma non ce n’è stato bisogno: sono stati gli stessi poliziotti in questura ad aggiungerla nella denuncia».
Sila dal canto suo, con l’amministratore delegato Mario Passera, fa sapere, come riporta VareseNews: «Abbiamo avviato la procedura disciplinare prevista dal nostro contratto nazionale. Dalle dichiarazioni raccolte fino a questo momento ci risulta che la ragazza, salita alla fermata all’altezza del Carrefour, sia scesa volontariamente alla fermata di Bobbiate. Noi per primi vogliamo fare chiarezza su questo episodio, augurandoci di non trovarci costretti dall’accertamento dei fatti a prendere provvedimenti ai sensi di legge nei confronti di due dipendenti dallo stato di servizio fino a questo momento regolare».
Francesca Manfredi

s.bartolini

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