Pc venduti in nero due varesini arrestati

VARESE Dodici persone arrestate, 23 denunciate a piede libero, un infinito elenco di immobili e conti correnti sequestrati nel corso di diverse perquisizioni svolte all’alba in mezza Italia, un giro d’affari di circa 600 milioni di euro nascosti al fisco. Sono consistenti le cifre dell’operazione completata ieri dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, che in due anni di indagini – coordinate dalla procura di Como – ha ricostruito una maxi frode fiscale realizzata con il metodo piuttosto consolidato delle società cosiddette “cartiere”, che emettono tonnellate di fatture per evadere l’Iva e abbattere gli imponibili: il denaro sfilato al Fisco ammonta, in questo caso, a circa 150 milioni di euro, cui si aggiungono – alla voce benefici – i ricavi derivanti dallo vendita di migliaia di personal computer, e di materiale elettronico in genere, acquistati all’estero e rivenduti in Italia senza fardelli fiscale, quindi a prezzi assolutamente stracciati.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardano 10 persone: Giampietro Cellerino, 66 anni, erbese con residenza a Mediglia (Mi), Andrea Dromì, 44 anni, residente a Luino, Paolo Falavigna, milanese di 35 anni residente in Svizzera, Achille Federico, di Castellanza 55 anni, Oscar Orsi, milanese con residenza a Uzzano (Pt), 53 anni, Marco Boscaini, milanese di 39 anni, Alberto Sperone, 31 anni, residente a Montà d’Alba (Cn), Silvano Barbero, 32 anni di Castellinaldo (Cn), Giorgio De Cuppis,

51 anni, di Biassono (Mi), Antonio Ferrara, 62 anni, di Torino. Il giudice per le indagini preliminari, ha concesso gli arresti domiciliari all’erbese Susanna Rizzi, 26 anni. Sul registro degli indagati compaiono anche, sia pure a piede libero, tre persone residenti in provincia di Varese: Roberto Farioli, 44enne di Cislago, Fermo Davide Triolo, 38 anni, di Caravate e Francesco Paolo Aurilio, 66 anni, residente a Busto Arsizio. Agli arrestati la procura contesta il reato associativo, finalizzato alla frode fiscale. Non è stato contestato il reato di truffa ai danni dello Stato, in ossequio a una giurisprudenza che, in casi di questo genere, vuole la truffa già “assorbita” dalla frode. Sono 34 le società coinvolte tra Lombardia, Piemonte, Lazio e Campania, 60 immobili sequestrati in 13 province, 62 conti correnti e 41 auto confiscate. Le indagini sono ancora in corso:resta, sconfortante, l’ennesima dimostrazione di come sia semplice, per certi versi almeno, piegare strumenti leciti a un uso del tutto illecito.

Stefano Ferrari

f.tonghini

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