«Dieci elementi di criticità per la Fondazione Molina»

Ieri si è svolta l’audizione del commissario nella sede della Regione. Spunta un nuovo prestito

Fondazione Molina, per il commissario Carmine Pallino ci sono «dieci elementi di criticità». Ma le verifiche non sono ancora complete, così l’audizione in commissione sanità al Pirellone è a porte chiuse. Spuntano tre operazioni finanziarie «discutibili» per un totale di un milione e 450mila euro, tra cui una polizza vita sul presidente Christian Campiotti.

Ci sarebbero anche una fattura da ottomila euro a Rete 55 per la redazione del codice etico della Fondazione Molina e una da 36mila euro per il restauro di mobili, tra le spese messe all’indice dal commissario Pallino. Sono solo quelle più “di colore” nel quadro di «scelte gestionali molto discutibili – come sintetizza il presidente della commissione sanità Fabio Rolfi – anche in termini di investimenti non funzionali alle finalità statutarie e di un ente inserito nel sistema sociosanitario lombardo»,

che ieri il commissario straordinario della Fondazione di viale Borri ha descritto nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata dal Consiglio regionale lombardo. Carmine Pallino, presente con il vicario Germano Margiotta, ha illustrato la ricognizione patrimoniale in corso, dalla quale «emergono almeno dieci diversi elementi di indagine per criticità che comunque ad oggi non assurgono a rilievi definiti e compiuti». Anche se è lo stesso commissario ad ammettere che, a verifiche completate, «potrebbero portare ad una denuncia dei fatti alla magistratura». Tra le operazioni sotto la lente del commissario, il “famoso” prestito convertibile a Rete55 Evolution, «il più delicato – sottolinea Alessandro Alfieri (Pd) – perché può far perdere il regime fiscale agevolato delle Onlus, con il rischio di un danno da 600mila euro di tasse in più». Ma anche un altro prestito non convertibile alla Mata Srl, da 500mila euro. «Giustificati dal rischio “bail in”, ma rendono un punto e mezzo in meno (2,25% contro 3,75%, ndr) dei soldi lasciati in banca – fa sapere Emanuele Monti (Lega Nord) – generando 40mila euro di perdita per mancato rendimento e 475mila euro di svalutazione di bilancio». Poi c’è anche una polizza assicurativa da 500mila euro sull’esistenza in vita del presidente Campiotti (beneficiaria la Fondazione), che «dà una rendita del meno 10%». I consiglieri riportano altre cifre altisonanti, dai «900mila euro di crediti non esigibili» ai «613mila euro, tra incentivo all’uscita (313mila) e ferie arretrate (300mila), liquidati all’ex direttore generale» Andrea Segrini, prima della modifica statutaria che ha portato il presidente Campiotti a diventare organo operativo. E ancora, un numero di dipendenti che supera del 10% lo standard in Lombardia e del 40% la media di Fondazioni simili. Criticità che, spiega Pallino, hanno già prodotto «decurtazioni per circa un milione di euro» sul patrimonio (da 30 milioni) della Fondazione. «Fatti che il commissario ha evidenziato come gravi» fa notare il consigliere di Forza Italia Luca Marsico. «Bisogna indagare fino in fondo, senza eccessive strumentalizzazioni – aggiunge Alfieri – un punto fondamentale da accertare è cosa può fare una Onlus e quale regime si applica, se quello di soggetto privato o se, ricevendo sovvenzioni pubbliche, alcune regole che valgono per le strutture pubbliche». Per Monti sono «coni d’ombra che danno ragione alla volontà di Regione di fare chiarezza e che vanno approfonditi. Incontreremo il commissario al Molina».

Da Marsico e Monti arriva anche l’appello al sindaco di Varese Galimberti a «far partire al più presto il bando per la nomina del nuovo revisore dei conti, figura centrale e quanto mai urgente».