Evase i contributi della sua Mv Agusta. Ieri la condanna a sei mesi per Castiglioni

Il patron dell’azienda motociclistica omise trattenute fiscali per milioni di euro «per salvare i lavoratori». Il legale: «Faremo ricorso»

Omissione nei versamenti dei contributi dell’azienda: , 37 anni, patron di Mv Agusta condannato a sei mesi (con pena sospesa) dai giudici del tribunale di Varese. La sentenza nel primo pomeriggio di ieri.

Il giudice ha accolto in toto la richiesta del pubblico ministero . , difensore di Castiglioni ha spiegato: «Ricorreremo in appello non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza». Pochi mesi fa, da altri giudici dello stesso tribunale di Varese, era stato assolto dalla medesima accusa il cugino di Castiglioni. L’accusa ha sostenuto che per tre anni, dal 2013 al 2015, non sono state versate allo stato alcune trattenute fiscali già effettuate dalle buste paga dei dipendenti. Pur operando le dovute ritenute fiscali sulle retribuzioni del personale dipendente, l’azienda ha sistematicamente omesso i versamenti all’erario per qualche milione di euro.

Secondo la difesa la cifra contestata era pari a circa 2 milioni di euro. Castiglioni, ascoltato in aula, aveva spiegato il perché di quella scelta: «stavamo fronteggiando delle difficoltà economiche – aveva spiegato ai giudici – Abbiamo scelto di agire così per salvare 300 posti di lavoro e l’azienda». Castiglioni stesso aveva spiegato di aver ratealizzato il debito e di essere pronto a versare il dovuto.

L’idea di aver preso la strada dell’omissione di versamenti per agire “come un buon padre di famiglia” era stata confermata dagli stessi dipendenti. I quali si erano tutti schierati al fianco di Castiglioni. Secondo Brusa, inoltre, Castiglioni non aveva mai cercato di nascondere gli omessi versamenti. E in effetti non erano mai state depositate dall’imprenditore dichiarazioni che potessero portare a dei fraintendimenti in questo senso.

Toscani nella sua requisitoria, riconoscendo e apprezzando la piena collaborazione mostrata dall’imputato, ha però sottolineato che Castiglioni «ha motivato la propria scelta parlando di crisi economica. Nonostante questo, in quel periodo, ha continuato a percepire il proprio compenso quale vertice dell’azienda. Un compenso annuo che superava i 500mila euro. Non 5mila, ma 500mila euro all’anno».

Toscani ha sottolineato in questo modo che Castiglioni omise di versare quanto dovuto all’erario per far fronte allo stato di difficoltà ma non rinunciò mai al proprio stipendio.