Galimberti si racconta: «Cambieremo questa città»

Il sindaco di Varese a 360 gradi, a poco più di un anno dal suo insediamento a Palazzo Estense. Si parla di tutto. L’intervista completa sul giornale in edicola oggi

A Ferragosto il primo cittadino Davide Galimberti, sindaco dal 20 di giugno del 2016, rimane a presidiare la città: ed è questo un periodo tutt’altro che facile per Varese in un agosto già denso di nubi all’orizzonte, iniziando dallo spettro dei 1800 parcheggi blu che stanno inesorabilmente fagocitando Varese e diventeranno operativi a settembre con il secondo step del piano sosta, passando per tutta una serie di malumori legati alla questione del ricalcolo delle tariffe dei parascolastici e terminando con il taglio dei rimborsi per i servizi assicurati dai cosiddetti “volontari anziani”.

Servizi che, come nel caso dell’attraversamento pedonale affidato ai nonni dei quartieri, erano giudicati dalla cittadinanza indispensabili per la quotidianità.

In questo clima di malumori serpeggianti, in una Varese dalle saracinesche abbassate ma dalle strade insolitamente brulicanti di vita per essere il mese in cui tutti dovrebbero essere in ferie – segno che forse i soldi per andare in ferie sono finiti – abbiamo rivolto alcune domande essenziali al sindaco.


Ho voluto divenirne sindaco perché penso che ci sia la possibilità concreta di far diventare Varese una grande città in termini di qualità della vita, dei servizi, delle opportunità e per fare questo serve utilizzare un metodo diverso dal passato: una grande concretezza ma al contempo bisogna anche avere tanta pazienza, perché i processi di cambiamento richiedono del tempo prima di diventare operativi.

Lavoro sempre 20 ore al giorno per la mia città e quindi, fatti i debiti conti, dormo 4 ore per notte così come quando avevo iniziato questa avventura. E non mi è mai preso nemmeno una volta la voglia di mollare tutto: anche nei momenti più difficili ho trovato ulteriore energia per andare avanti nei miei progetti e per il bene di Varese.

Assolutamente sì e lo dimostrano i costanti incontri del giovedì proprio con i cittadini, che sono proseguiti anche nel mese di agosto. Mi prendo una pausa a partire da questo giovedì ma riprenderò puntuale a riceverli il 7 settembre.

Sono un civico che crede fortemente nel ruolo dei partiti. Ho la tessera del PD da 8 anni, non posso certo negarlo. Ma a parer mio qualsiasi cittadino è un civico e quando una persona si iscrive ad un partito non perde il suo animo civico: oggi che rappresento un’istituzione importante a maggior ragione l’elemento civico nella mia azione quotidiana amministrativa è valorizzato e ancora più pregnante, così come tutte le componenti politiche e sociali della città come elemento di stimolo per fare sempre meglio: per attuare quei progetti importanti di cui la città ha bisogno è necessario coinvolgere e ascoltare tutti ma poi decidere.

Io ho detto in più occasioni che faccio il sindaco e basta.


Noi abbiamo un programma da attuare raccolto e definito durante la campagna elettorale: lo attueremo e i cittadini percepiranno con mano che si sta lavorando nel loro esclusivo interesse. Per quanto riguarda il dialogo con la città fuori da palazzo, quest’estate sono andato a tutte le feste nei rioni e sono costantemente presente ad iniziative, incontro chiunque mi chieda un incontro, quindi mi sento di dire che il dialogo non solo non si è mai estinto ma prosegue ancora in maniera feconda.

Il fatto che abbiamo partecipato al bando periferie del governo e abbiamo avuto un finanziamento di 18 milioni di euro dimostra l’attenzione del Comune per i quartieri e le aree degradate. L’attuazione di questo intervento consentirà di allargare la riqualificazione urbana ad altre zone limitrofe al comparto stazioni e da quella riqualificazione si avvieranno processi di rigenerazione urbana che si allargheranno anche ai quartieri prossimi.


Nel mese di settembre verrà elaborato e presentato il progetto definitivo. Gli architetti sono milanesi e allievi di Renzo Piano, una garanzia.

Io credo molto nel giudizio popolare collegato ai risultati che uno produce e quindi, com’è stato più volte detto, verrà predisposto il regolamento per il referendum.

Non è vero che sono state aumentate le rette e le tariffe nei parascolastici: è stato semplicemente introdotto il metodo Isee in tanti servizi: ciò garantisce una compartecipazione alle spese dei servizi in maniera proporzionale al reddito di ciascuno. Per le mense invece è vero.

Per me il volontariato è da intendersi come servizio prestato gratuitamente alla città: di ciò Varese è straordinariamente ricca. Rendo noto che alcuni cosiddetti volontari anziani fortunatamente animati da grande senso civico hanno deciso di proseguire la loro attività a servizio della città senza ricevere più alcun compenso.

Si tratta di un progetto in corso di valutazione nei prossimi mesi: si approfondirà la questione insieme alle stesse associazioni di volontariato. Potrebbe essere già stato individuato uno stabile adeguato allo scopo.


No. L’attuale accordo di programma prevede che venga realizzato in Piazza Repubblica.


No. È in atto un piano di sistemazione, di messa in sicurezza delle nostre scuole. Tanti interventi sono già stati fatti; altri lo saranno nel 2018. Per quanto riguarda l’agibilità, gli uffici tecnici hanno certificato che le scuole aperte sono tutte agibili in forza alla documentazione.

Varese sta già facendo rete con le altre città.