I lavoratori vincono la loro prima battaglia. Lo sfratto de La Quiete rinviato al 20 gennaio

L’ufficiale giudiziario ha preso la decisione per evitare danni all’utenza. Candiani e Pinti con i dipendenti

Clinica La Quiete: sfratto rinviato al 20 gennaio. L’ufficiale giudiziario lo ha deciso per evitare un danno all’utenza: la storica clinica infatti è in piena attività. Moltissimi gli esami prenotati per i prossimi giorni, pieni i letti degenza della struttura dove soltanto ieri sono stati eseguiti due interventi chirurgici: uno al mattino e uno nel pomeriggio. La decisione è arrivata al termine di un incontro durato oltre due ore tra l’ufficiale giudiziario e le parti: fallimento,

proprietà, società che gestisce i due rami d’azienda che mantengono la clinica perfettamente funzionante, legale rappresentate dei creditori del fallimento e rappresentanti sindacali. L’occupazione della struttura, voluta dai lavoratori «e per la quale ci assumiamo ogni responsabilità, la proprietà non c’entra nulla – spiegano – va avanti. Stiamo cercando di salvare i nostri posti di lavoro, ma anche un’eccellenza sanitaria storica e indispensabile per la città di Varese». Due gli accessi effettuati dai carabinieri per controllare la situazione: uno ieri mattina, l’altro ieri pomeriggio. «I lavoratori hanno risposto compatti all’assemblea permanente – spiega Cinzia Bianchi della Cgil – tutti presenti. Continuano a fare il loro lavoro e a svolgere le prestazioni gratuite prenotate nel tempo libero. Ottima risposta anche da parte dei liberi professionisti che operano in accordo con la clinica: tutti gli interventi programmati sono stati eseguiti. Grande la risposta dei cittadini di Varese: tutte le prestazioni gratuite offerte sono prenotate. Siamo pieni. La clinica è ripartita ed è in piena attività: i varesini hanno dimostrato di avere non soltanto necessità, ma piena fiducia nella struttura e soprattutto nell’altissima professionalità di chi qui lavora». L’ufficiale giudiziario ieri ha chiesto lo spostamento ad altra sede l’incontro in programma a La Quiete per le 21 di venerdì sul tema “Osteoporosi” (sono disponibili soltanto gli ultimi posti) presieduto dal direttore sanitario della clinica Mario Francesco Cecchetti. Lo ha chiesto e lo ha ottenuto. Ieri, con una comunicazione diffusa a tutti i media e indirizzata al curatore fallimentare e all’ufficiale giudiziario, l’avvocato Mario Fiscal, rappresentante di Sandro Polita, alla guida del Gruppo Ansafin nel cui fallimento è stata coinvolta la clinica nel 2009, ha però sottolineato «chiedo di diffidare il dottor Mario Cecchetti ad annullare immediatamente il convegno fissato per il prossimo 13 gennaio», Polita, dunque, per mezzo dei suoi avvocati avrebbe ottenuto lo spostamento del convegno ad altra sede (non ad altra data). A dare sostegno ai lavoratori ieri pomeriggio, poco prima delle 15, è arrivato il senatore della Lega Nord Stefano Candiani, accompagnato dal consigliere Marco Pinti, che ha lanciato un messaggio politico chiarissimo: «gli speculatori sono avvertiti: il consiglio comunale di Varese si è espresso compatto in favore dei lavoratori e del mantenimento di un presidio sanitario storico per Varese. Una clinica chiusa non sarà mai acquistata da chi ha interessi nel ramo sanitario, che è quello che si vuole mantenere. Chi pensa che la chiusura possa favorire una speculazione edilizia futura non ha capito: la destinazione non cambierà mai. Clinica chiusa significa scatola vuota non più utilizzabile se non in ambito sanitario. E su questo tutti i gruppi politici sono compatti. Chiusa non avrà più alcun appeal su possibili acquirenti. Aperta e funzionate come è ora ha futuro». Presente anche Umberto Colombo, segretario generale della Cgil Varese: «abbiamo la più ampia solidarietà verso i lavoratori e le lavoratrici della clinica – ha detto Colombo – siamo in prima linea per la lotta e la mobilitazione a salvaguardia dei posti di lavoro, ma anche di un presidio irrinunciabile per la città di Varese».