I segreti di Dalì entrano in cucina. Grazie ai ragazzi del Liceo Artistico

Il progetto è nato nel 2008 ed è ormai giunto alla sua nona edizione

Martedì sera, si è svolta la serata “Il surrealismo in cucina”, nona edizione del progetto CucinArte realizzato dalla professoressa del Liceo Artistico “A. Frattini”. I ragazzi delle classi 3B e 4B del Liceo hanno avuto modo di mettersi in gioco durante l’anno preparando le ricette che martedì sera sono state poi realizzate all’Istituto Alberghiero “De Filippi”, con la collaborazione degli alunni della classe 4A e la supervisione del professor
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CucinArte è un progetto nato nel 2008, quando Expo era ancora ben lontano e le trasmissioni televisive a tema culinario erano poche e limitate. La prima edizione di CucinArte fu la “Cucina futurista”, seguirono poi “Cucina liberty”, “A tavola di Monet”, “Indagini in cucina – il barocco siciliano di Andrea Camilleri”, “Cucina con…Creta salva Europa”, “Del cibo pitagorico”, “Orgoglio e identità… sul filo dell’olio”, “La cucina elegante ovvero il Quattrova” ed infine “Il surrealismo in cucina”.

«Il pretesto di questa sera è stata la ripubblicazione nel 2016 del libro di Salvador Dalì “Les Diners de Gala” del 1973 – commenta Maria Luisa Attardo, docente di Storia dell’Arte e curatrice del progetto CucinArte negli anni -. Nel ricettari, Dalì, svela alcuni segreti sensuali, fantasiosi ed esotici che animavano le magnificenti feste che organizzava assieme a Gala, sua moglie e musa. L’artista era fortemente legato alla sua terra d’origine l’Empordà, nella Catalogna, ed è da lì che tra ispirazione per le sue ricette, realizzando piatti stravaganti che richiamano la sua frenetica passione “sensuale e sessuale” per il cibo».

Tra i piatti che sono stati serviti e preparati durante la serata i più curiosi sono stati sicuramente gli Spiedini di lumache (piccoli involtini di carne ripieni con una farcia di scorzobianca, scalogno, aglio, timo e due lumache), il Risotto al nero di seppia dell’Empordà (una sorta di paella nera di carne e di pesce) e i bignè dell’ Empordà (frittelle dolci tipiche di sagre e feste, con anice e cannella).

Durante la serata il professor Andrea Minidio ha coinvolto i partecipanti nella pratica, decisamente surrealista, dei Cadavres Exquis (Cadaveri squisiti), un gioco dove ognuno dei commensali ha scritto una frase, continuata poi dalla persona a fianco il quale conosceva però aveva modo di leggere solo l’ultima parola del pensiero precedente. Questa attività – che ha dato luogo a composizioni davvero esilaranti – era tipica dei banchetti di Dalì e Gala.