Il ponte Caravaggio piace. E i due rioni lo rivendicano

Belforte -Valle Olona - Il murale-rivelazione del cavalcavia dell’Iper sta facendo furore. E tutti lo vogliono

Sotto il cavalcavia Caravaggio diventa un ponte tra l’arte di strada e quella classica e riesce nel piccolo miracolo di mettere d’accordo tutti: i muri dipinti con le bombolette sono fantastici!
Ma l’armonia dura solo il tempo della contemplazione, perché poi parte subito un altro acceso dibattito per rivendicare al proprio territorio l’opera che sta facendo furore, in strada come sul web. Ravo e Caravaggio: parliamo dell’ultimo murale realizzato alla rotonda dell’Iper all’interno del progetto Urban Canvas promosso dall’associazione Wg Art in collaborazione con il Comune di Varese per trasformare grosse colate di cemento sparse per la città in gallerie d’arte all’aria aperta. In questo contesto, l’ultimo murale, terminato in settimana dall’artista varesino, è stato una rivelazione.

La sua è un’opera diversa dalle altre perché ispirata dichiaratamente al quadro “La cattura di Cristo”, di Michelangelo Merisi, Caravaggio. Tanto che il murale, realizzato unicamente con bombolette spray, sembra una riproduzione fedele del quadro.
Una riproduzione che nasconde però un segreto, una scritta: “We will be all forgotten”, che è poi il titolo dell’opera e significa “Saremo tutti dimenticati”.
L’artista, varesino, classe 1981 conosciuto in tutta Europa, ha poi spiegato la scelta dell’opera e del titolo, ricordando la storia singolare di questo quadro.
Dimenticato per oltre 400 anni, “La cattura di Cristo” di Caravaggio fu restituito al mondo solo negli anni novanta, grazie a , capo curatore della National Gallery of Ireland, che aveva ricevuto l’incarico di esaminarlo. Una storia emblematica per il messaggio che Ravo si propone di comunicare: tutto è destinato ad essere dimenticato, il grande come il piccolo.

E in un’epoca di forte egocentrismo come questa, ricordarlo può aiutare a vivere meglio. La disputa Il murale è talmente suggestivo, evocativo ed espressivo che sui giornali di mezza Italia, come sul web sta scatenando lodi e molto interesse.
Tra i meriti anche quello di aver portato la street art a fare breccia nel cuore dei più scettici, di chi fatica a riconoscere ai dipinti fatti con le bombolette una valenza artistica di primo ordine.

/>Meno scontato invece il dibattito che è nato per strada, tra cittadini di Valle Olona e belfortesi, che a questo punto rivendicano ciascuno al proprio territorio l’opera di Ravo, rispolverando una vecchia diatriba.
«L’opera si trova alla fine di viale Belforte che da nome al nostro rione», affermano i primi.
«Il cavalcavia si trova sul fiume Olona, quindi è di Valle Olona», ribattono i secondi sostenendo che il territorio di Belforte finisce al Campo Santo, o al massimo alla discarica Aspem.

«E il centro commerciale allora? É intitolato a Belforte, mica a Valle Olona», risponde qualcuno. L’importante è che questo murale, assieme agli altri realizzati sui pilastri del cavalcavia dell’Iper da , , e, siano un biglietto da visita di bellezza e creatività all’ingresso “est” della città.