Il writer Ravo emoziona anche in Sicilia

L’artista varesino, autore dell’opera “La cattura di Cristo” di Caravaggio nel sottopasso vicino l’Iper di Varese, ha rappresentato la “Cena di Emmaus” a Fitalia, in provincia di Messina

Il writer varesino Andrea “Ravo” Mattoni torna a far parlar di sè e dei suoi graffiti. Ad aprile 2016 ha catturato l’attenzione mediatica riproducendo il dipinto di Caravaggio “La cattura di Cristo” nel sottopasso vicino all’Iper di Viale Belforte a Varese.
Questa volta, Ravo, fa tappa in Sicilia a San Salvatore di Fitalia, in provincia di Messina. Qui ha realizzato per il suo progetto “Recupero del classicismo nella contemporaneità” il celebre quadro “Cena di Emmaus” di Caravaggio: quarta della serie, dopo “la cattura di Cristo”(Caravaggio) a Varese, “Riposo durante la fuga in Egitto”(Caravaggio) a Malpensa e “Il ritrovamento della vera croce” (Maestro di Ozzieri) ad Olbia. Tutte i graffiti sono stati riprodotti utilizzando bombolette spray su muro.

(Foto by “Andrea “Ravo” Mattoni)

«Il comune di San Salvatore di Fitalia – spiega l’artista – è stato uno dei primi a contattarmi, e a credere in questo progetto, si sono da subito dimostrati attenti e particolarmente sensibili a questo genere di operazione, che coinvolge direttamente la popolazione, trattandosi di un muro che si affaccia su una piazza nel centro del paese»

Il progetto di questo muro nasce dall’interessamento dell’assessore Francesco Lollo, del comune di San Salvatore di Fitalia, che dopo aver letto un’articolo dedicato all’artista Andrea Ravo Mattoni, apparso su Repubblica, ha deciso di contattarlo, proponendo un muro del paese adatto a questo genere di intervento di riqualificazione urbana.

(Foto by Andrea “Ravo” Mattoni)

Il writer commenta la sua scelta di rappresentare opere di artisti famosi piuttosto che creazioni sue personali: «Un aspetto importante di questo progetto è il fatto che io mi ponga come tramite, quasi come un presentatore di una grande orchestra sinfonica, che in questo caso è la pittura classica italiana. Non voglio creare o aggiungere al tessuto urbano nuove immagini, o mie personali ricerche in ambito figurativo, ma riproporre una sorta di collezione d’arte, che fino ad ora è sempre stata esposta e “rinchiusa” nelle sale dei più grandi musei del mondo. È un’operazione che vuol far riavvicinare una grossa fetta di persone a ciò che è l’arte classica e la cultura.»

Nel comunicato il giovane artista cita anche un’intensa frase di Peppino Impastato, che vi riportiamo integralmente

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”