«Immergersi dentro la fotografia»

Cresciuta a Varese, studiosa di filosofia, la 29enne EriBluff (Erika Zolli) ci porta nel suo mondo surreale e onirico

Erika Zolli, 29 anni, in arte EriBluff, è una giovane fotografa specializzata in Fine-art. La sua fotografia immerge l’osservatore in un mondo surreale e onirico (www.erikazolli.it).


Sono una fotografa autodidatta. Sono nata a Milano, ma ho vissuto tutta la mia infanzia e adolescenza a Varese. L’interesse per la fotografia è nato durante i miei studi in filosofia e scienze cognitive: ho iniziato ad applicare lo studio dell’essere umano alle arti figurative. Ciò che mi ha sempre affascinato della fotografia è la possibilità, attraverso la finzione scenica, di creare nuove realtà surreali che rappresentino mondi invisibili.


Fine-Art è un termine che si usa per indicare qualcosa che è realizzato per puro fine estetico ed estatico. Nel Fine-Art la fotografia è considerata una vera e propria arte. Si parla spesso di fotografia in senso lato, senza tener conto dello scopo di un’immagine. Ad esempio un fotografo commerciale utilizza le tecniche di illuminazione per dare al soggetto immortalato un aspetto il più realistico possibile, mentre un fotografo di Fine-Art può giocare con l’effetto “mosso” per trasmettere un’emozione. Non si tratta di descrivere la realtà, ma di emozionare colui che osserva attraverso l’immagine.

Ho iniziato col fotografare soggetti rubati alla strada e immortalati nella loro spontaneità. Fin da quando ero piccola sono stata a moltissimi festival di artisti di strada, la magia che si crea intorno ai buskers mi ha sempre affascinato. Attualmente mi sto dedicando a una fotografia più pianificata e studiata nei vari dettagli, con l’obiettivo di ricreare sempre quella sensazione di magia suscitata in chi osserva. Questo si può vedere nei miei ultimi progetti, da “Levitation Project” all’ultimissimo “Surreal Arabesque”.

I
n “Surreal Arabesque” gioco proprio con il concetto di “arabesque”, che significa contrapporre alla perfezione del “bello ideale” la stravaganza dell’immaginario, delle chimere fantastiche, delle figure libere. Immagini apparentemente normali vengono arricchite da elementi surreali e ironici. In queste immagini la razionalità si ritrae e la mente si offusca. Situazioni in bilico tra l’onirico e l’ immaginazione.

Ho iniziato un nuovo progetto incentrato sullo studio della fisiognomica. Mi affascina l’idea di concentrarmi sullo sguardo di chi ho davanti e fantasticare sui caratteri psicologici e comportamentali, osservando le espressioni del volto del soggetto.