In 25 sulla Via Francigena. Per i 25 anni della Radio

Tra fede&natura - Da un’idea di Padre Gianni Terruzzi, mente di Rmf, è partita un’avventura speciale. Il nostro cronista speciale Marco Dal Fior, in marcia con i colleghi Gianfranco Fabi ed Enrico Minazzi

Varesini in pellegrinaggio sulla Via Francigena per festeggiare i 25 anni di Radio Missione Francescana. Arriva direttamente dalla “mente” dell’emittente di viale Borri, , la proposta di percorrere, per ricordare l’importante anniversario, l’ultimo tratto dell’antica Via che nel medioevo univa Canterbury a Roma e ai porti della Puglia.
«Siamo in 25, tutti diversi per provenienza ed estrazione – spiega il giornalista – In 17 fanno parte del Cai senior, un gruppo di camminatori che tutti i giovedì

affronta salite, più o meno impegnative, sui percorsi delle nostre montagne e che questa volta affronta gli Appennini». Allenati o meno si sono buttati in questa impresa che curiosamente annovera tre giornalisti della città giardino che “bazzicano” Rmf: oltre a Dal Fior, infatti, ci sono , già firma della Gazzetta dello Sport, e, ex vicedirettore de Il Sole 24 ore, nonchè coordinatore dell’inserto “Economia&Lavoro” del nostro quotidiano.
«Sabato abbiamo raggiunto Siena – prosegue Dal Fior – per metterci poi in cammino domenica mattina in direzione Ponte d’Arbia». I primi 27 chilometri sono “scivolati” così lungo le dolci colline della Toscana centrale. «L’intento iniziale era di seguire un tabellino di marcia che facesse percorrere l’ultimo tratto da Viterbo a Roma, ma abbiamo allungato il percorso aggiungendo due tappe toscane perché, a detta di chi le aveva già percorse, erano imperdibili. E avevano ragione perché abbiamo camminato, da Siena a San Quirico d’Orcia, avvolti in un paesaggio da cartolina: cipressi, colori vividi e campi coltivati, imbattendoci in opere d’arte immutate nei secoli e in leggende antiche, una più bella dell’altra».
Oltre alla parte turistico/ricreativa questo viaggio «ha tutta una parte spirituale legata al pellegrinaggio, un cammino di devozione. Come lo stesso padre Gianni ci ha ricordato, è una grande metafora della vita: siamo tutti alla ricerca di qualcosa diretti verso la nostra meta, se affrontiamo il percorso con gli altri, si fa meno fatica».
Il gruppo che in queste ore riparte da Viterbo, «dopo una piccola tappa in bus per riuscire a concludere il percorso nei nove giorni a disposizione», arriverà a Roma la prossima domenica, primo maggio «Saremo in San Pietro per l’Angelus del Papa». «Anche se siamo “fuori stagione”, perché la Via Francigena viene percorsa soprattutto d’estate, abbiamo già incontrato parecchi pellegrini». «Ce ne accorgiamo in modo particolare negli ostelli che ci ospitano che sono sempre pieni, mentre, vista la lunghezza del percorso, durante il cammino sono molto “diluiti”. Il fatto singolare è che li senti subito amici, compagni di un’avventura importante per le vite di tutti quelli che l’affrontano». Una disposizione di spirito che accomuna anche chi vede passare o accoglie i viandanti.
«Tutti, complice lo zaino, ti riconoscono come pellegrino e aiutano con indicazioni o nei momenti di bisogno. Come una fantastica signora titolare di un “sali e tabacchi” a Buonconvento che non ha esitato regalarmi un paio di stringhe, scovate in fondo a un cassetto,p er permettermi di legare suola dello scarpone che si era staccata e portare così a termine la tappa». Fatica fisica, incontri, fotografie, parole, pensieri: il pellegrinaggio diventa soprattutto «un percorso alla scoperta di sé». Un momento privilegiato «per pensare alla propria vita, lontani dalla frenesia del quotidiano. Mi sono sempre visto inseguito dalla lancette dell’orologio e per una volta vorrei dimenticarmelo».