In tremila per tre posti in palio. «L’infermiere è una missione»

Candidati da tutta Italia per conquistare l’impiego fisso all’ASST Sette Laghi

«Questo è il settimo concorso a cui partecipo e la probabilità di passarlo mi sembra migliore di altre volte, quando i candidati erano più di 7mila e i posti meno di 3». Sono più o meno tutte così le testimonianze degli infermieri che in questi giorni stanno affrontando il concorso per essere assunti nell’ASST Sette Laghi di Varese. I candidati – circa 3mila, divisi tra oggi e domani, per 3 posti disponibili – in gran parte lavorano: raccontano di aver trovato un impiego nel settore poche settimane dopo il conseguimento della laurea, ma con contratti a termine o come libero professionista. Il posto fisso rimane dunque un sogno da rincorrere, tanto che per gli infermieri partecipare ai concorsi è quasi un secondo lavoro «per il quale bisogna trovare tempo e studiare tra un turno e l’altro, anche perché i test sono difficili e bisogna ripassare le materie studiate all’università».

Ieri, per la prima giornata di concorso, all’AtaHotel, c’erano candidati provenienti da tutta l’Italia. Chi con le valigie, chi con l’amica del cuore, chi con i libri per studiare fino al momento della prova, utilizzando tutto il tempo a disposizione.

«Non ho ancora iniziato a lavorare, di concorsi ne ho sostenuti tre. Vincere uno dei posti in palio è il sogno più grande, ma ripongo buone aspettative anche dalla graduatoria, dalla quale possono scaturire opportunità – afferma , di Caserta – Parecchie persone, vedendo la difficoltà che si fa a ottenere un lavoro stabile, rimpiangono di aver studiato scienze infermieristiche, ma io no, per me è una passione. Non potrei fare nessun altro lavoro».

«In due anni ho tentato tre concorsi – racconta , siciliano attualmente impiegato in Piemonte e con il sogno del posto fisso – I test solitamente sono difficili, ma bisogna provarci».

«Venire qui a fare questi test è un vero e proprio viaggio della speranza – afferma , di Benevento, attualmente impiegato a Milano – Lavoro come infermiere libero professionista da tre anni, ma da sempre miro al posto fisso. Ho provato sette o otto concorsi e tutte le volte è la stessa cosa, in alcune occasioni i candidati sono stati 7 mila».

C’è chi racconta che il momento peggiore della giornata del concorso è quello in cui si esce dall’aula dove si è sostenuta la prova: si viene assaliti dai dubbi e, confrontandosi con gli altri, ci si fa un’idea del punteggio totalizzato e della posizione raggiunta graduatoria.

Non è neppure facile essere catapultati da una città all’altra e vedere in tutte, per qualche ora, il posto dove ci si potrebbe dover trasferire una volta superato il concorso. «Varese è proprio bella, infatti ho detto a mia sorella di mettercela tutta per superare il test – spiega – Nostro padre è infermiere e io e mia sorella abbiamo seguito le sue orme. Era inevitabile: ci ha trasferito la passione. Mia sorella si è già laureata, io sto ancora frequentando l’università. Ma se mia sorella vince il concorso a Varese, la raggiungo anche io qui per vivere e lavorare insieme».

«Quella dell’infermiere è una professione che ha bisogno di essere ben sfruttata dalla sanità, a patto che l’infermiere sia una voce amica per il paziente – è il parere di , direttore della clinica ortopedica e realizzatore della scuola di infermieristica universitaria nel 1992 – Mi auguro che la sanità – creando per esempio le “nursing home” come negli Usa, dove i pazienti operati vengono seguiti fino in fondo nella riabilitazione – potrà creare maggiori posti di lavoro per gli infermieri e servizi migliori per i pazienti. In una politica sanitaria oculata, il bisogno di infermieri è destinato ad aumentare in modo vertiginoso. Gli infermieri, dalla loro, devono avere doti quali l’umanità e la predisposizione all’ascolto: quelle sono cose innate, che non si imparano».

Soddisfatto il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Varese : «Aspettavamo questo concorso. Ci permetterà di recuperare infermieri dal momento che abbiamo dovuto attingere a diverse graduatorie per far fronte alle dimissioni che abbiamo avuto (alcuni infermieri, infatti, si sono spostati dopo aver vinto concorsi, e ottenuto il posto fisso, in altre aziende ospedaliere)».

Il concorso continua oggi. I candidati iscritti sono stati circa 3mila, ma bisognerà aspettare la fine della prova scritta per capire quanti effettivamente si sono presentati. Poi ci sarà la prova orale e il fatidico verdetto.