«La casa è vuota senza Cristian. Lo rivogliamo con noi»

Dopo sette giorni si sa solo che il piccolo è in Russia. Attivata anche l’Interpol, si aspetta intanto l’intervento dei legali

È passata esattamente una settimana da quando la madre del piccolo ha deciso di sottrarre il minore, eludendo la sorveglianza di un’educatrice presente all’incontro.

In questa settimana le incongnite su dove sia il bambino hanno lasciato spazio ad alcune più dolorose verità: Cristian non è più in Italia ed è stato imbarcato a Nizza su un aereo diretto in Russia, luogo di nascita della madre del piccolo.

«Ancora non riusciamo a capire come abbia fatto a portarlo in Russia – commenta , nonna paterna del piccolo Cristian; assieme al marito erano loro gli affidatari del bambino – Avendo nostro nipote doppia cittadinanza avrà probabilmente fatto leva su ciò. Ma Cristian non era stato affidato a lei.Nonostante sia la madre, il bambino era stato affidato ai nonni: a me e mio marito. Avrebbe dovuto avere qualche tipo di documento di via libera ad un trasferimento simile, che noi non le abbiamo mai fornito nè concesso».

La notizia che il piccolo Cristian fosse salito sull’aereo con destinazione Mosca era arrivata giovedì dal Comando dei Carabinieri di Varese, allertati immediatamente il giorno della sparizione. Da allora le novità in merito sono state pressoché nulle: non si sa bene dove sia il bambino nè se la madre sia riuscita a raggiungerlo e non si sa nemmeno con chi sia adesso il piccolo Cristian; l’unica certezza è che sul caso stanno lavorando le forze dell’ordine italiane, quelle francesi e l’Interpol. Fondamentale adesso sarà l’azione dei legali della famiglia.

«Abbiamo contattato immediatamente il legale che ci ha seguito dall’inizio di questa vicenda, la persona che ci ha permesso di avere l’affidamento – continua nonna Ornella – Stiamo preparando tutte le carte necessarie per poter riavere indietro nostro nipote. Ma sappiamo che non sarà nè qualcosa di semplice nè qualcosa di veloce. Speriamo solo stia bene».

Il bambino viveva da quasi due anni con i nonni paterni e, sebbene durante i primi incontri avvenuti con la madre, quest’ultima cercasse di parlargli in russo, il piccolo prediligeva l’utilizzo della lingua italiana.

«Siamo molto preoccupati su come possa stare Cristian – conclude la nonna – Un posto nuovo, persone nuove e sicuramente una lingua a cui lui non è abituato. Chissà come si sente adesso. A noi manca moltissimo. E anche se è passata solo una settimana la percezione che ne abbiamo sia io, sia mio marito sia mio figlio (il riferimento è a Marco Brignoli, padre del bambino) è che sia passata un’eternità. Senza Cristian la casa è vuota e deserta. Lo rivogliamo con noi».