La tua memoria: «Resistere oggi è partecipare»

Il lutto - Si è spento Angelo Chiesa, padre dell’Anpi varesina ed ex consigliere provinciale e regionale. I funerali oggi a Giubiano alle 15.30

– È morto ieri, nella sua casa di Venegono Inferiore, Angelo Chiesa, conosciuto a Varese perché storico presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e partigiano lui stesso, arrestato poco prima di compiere diciassette anni, il 5 ottobre 1944 e liberato due mesi dopo grazie all’intervento di un ufficiale tedesco dissidente, Kurt Caesar.

Angelo Chiesa

Angelo Chiesa

(Foto by Varese Press)

Ma Chiesa non è stato “solo” un partigiano, anche se questa esperienza è stata sicuramente il fulcro della sua vita. Scelse la lotta partigiana giovanissimo, indirizzato anche dalle scelte della famiglia: suo padre ospitò per mesi Antonio Centin, il compagno “Libero”, che il Cln aveva mandato a Varese per organizzare la lotta partigiana in provincia. Angelo non partecipò ad azioni dirette, ma faceva parte della rete di informazioni per far arrivare le armi ai combattenti nei boschi di Tradate,

prima dei sedici anni guidò il primo sciopero alla “Sordelli” di Venegono Inferiore, dove lavorava, e in più distribuiva materiale di propaganda antifascista tra i compagni della scuola professionale e sui treni che frequentava. Proprio per uno di questi volantini avvenne il suo arresto, un’esperienza drammatica descritta in tutta la sua assurda violenza nel libro autobiografico che Chiesa pubblicò nel 2003 con la casa editrice varesina Arterigere, «Racconti di vita e di lotta». Dopo la guerra divenne funzionario del Pci, nella Federazione provinciale di Varese e più tardi segretario in quella di Lecco. È stato consigliere comunale di Busto Arsizio, poi al suo paese natale, Venegono Inferiore. È stato anche consigliere provinciale e in Regione Lombardia. Anche queste esperienze trovano spazio nel suo libro, insieme ai racconti dell’immediato dopoguerra e delle speranze che portava.

In classe assieme agli studenti

In classe assieme agli studenti

(Foto by Varese Press)

Negli ultimi anni, l’impegno di Chiesa è stato soprattutto quello di essere la voce della memoria per le giovani generazioni. Interventi nelle scuole, nelle feste estive come quella della Resistenza a Varese, e in qualunque occasione pubblica si presentasse per poter raccontare della Resistenza, del fascismo, della lotta per raggiungere la libertà e la democrazia. Un impegno portato avanti fino all’ultimo, e senza mai perdere di vista il presente, anche nelle sue evoluzioni tecnologiche. Un esempio del suo pensiero, che oggi sembra quasi un piccolo testamento, è stato pubblicato proprio sulle pagine della “Provincia” il 25 aprile 2014: «Essere partigiani oggi vuol dire partecipare alla vita sociale. – ha dichiarato Chiesa al nostro giornale – nel concreto, però, perché firmare una petizione o condividere un appello su internet non basta. Ogni tempo ha le sue specificità, e la Resistenza oggi la fa chi partecipa concretamente al miglioramento della società, perché contribuisce a mantenere viva la democrazia. Non basta condividere un appello su Facebook, o commentare un post sul blog di qualche persona famosa. Internet è uno strumento meraviglioso, fa circolare le idee, ma serve ancora scendere in piazza, confrontarsi nelle riunioni “faccia a faccia”. Non solo nei partiti politici, ovviamente, ma anche nelle associazioni e nelle attività di volontariato».

Sorridente insieme alla moglie

Sorridente insieme alla moglie

(Foto by Varese Press)

– Oggi alle 15.30, nella sala del commiato del cimitero di Giubiano, avrà luogo il funerale di Angelo Chiesa, presidente onorario provinciale dell’Anpi, l’associazione nazionale dei Partigiani. Una cerimonia laica e partecipata, come la famiglia ha chiesto. È prevista la partecipazione anche del sindaco di Varese, Davide Galimberti, il primo di centrosinistra dopo la Liberazione. Angelo Chiesa è stato partigiano e funzionario del partito comunista, consigliere comunale a Busto e Venegono Inferiore, consigliere provinciale e poi regionale. Molte le testimonianze d’affetto per lui che si sono susseguite sui social network nella giornata di ieri. Da Rocco Cordì, noto esponente della sinistra “storica” varesina, che parla di «un punto di riferimento importante», a Luisa Oprandi che racconta come noi siamo «nani sulle spalle di giganti, e tu sei stato uno di quei giganti», fino al sindaco di Varese, Davide Galimberti, che lo definisce «un vero difensore della democrazia e figura storica per la nostra città».