L’esperimento ha convinto. «La sicurezza che funziona»

Dopo un anno e mezzo, il bilancio del controllo di vicinato è molto positivo: i reati sono scesi a zero

– Da quando è partito, un anno e mezzo fa, non c’è stata nessuna infrazione, nessun furto, nessuna esperienza spiacevole: significa che l’esperimento del controllo di vicinato, partito nei boschi attorno a San Fermo, funziona. E la proposta a questo punto nasce spontanea: estendere il progetto ad altre zone del quartiere.

A raccontare questa storia è Mirko Sandrini, storico residente di Cascina Molina e attuale presidente del Consiglio comunale di Induno Olona. Sì perché Cascina Molina è una zona residenziale storicamente divisa, se non addirittura contesa, tra due appartenenze. Le mappe comunali sono chiare: il territorio è parte del comune di Induno Olona, ma se si guarda al campanile, allora per la Chiesa la zona fa parte della parrocchia di San Fermo.

E anche i residenti, tradizionalmente, hanno sempre fatto riferimento più a San Fermo, anche per comodità geografica, dato che tutti i servizi del quartiere, dal piccolo alimentari, alle scuole, alla farmacia, sono comodamente raggiungibili a piedi mentre per raggiungere quelli di Induno bisogna affrontare ripide e scomode strade che scendono dalla collina o attraversare campi e boschi e in auto.

Al progetto aderiscono oggi 60 famiglie, tutte residenti nel territorio compreso tra Cascina Molina, Cà del Bosco e le vie a ridosso del supermercato Sigma al confine con San Fermo. Una zona verde, fatta di campi, boschi, vecchie cascine ristrutturate, case di corte e villette.

«Tutto è cominciato con un incontro pubblico organizzato dal Comune di Induno con i responsabili della Associazione controllo di vicinato», racconta Sandrini che si è subito proposto come capofila per la raccolta di adesioni da parte di cittadini residenti nella sua zona. Il gruppo si è costituito ufficialmente nel maggio del 2015, raccogliendo un numero crescente di adesioni, fino alle attuali 60.

«Si tratta in sostanza di una rete di cittadini che tra di loro controllano il territorio. Più sono le adesioni e più il controllo è efficace» spiega Sandrini. Niente ronde. Semplicemente, nelle vie che hanno aderito al progetto, sono stati dei cartelli che segnalano il Controllo di vicinato. Significa che se siete di passaggio da queste parti, qualcuno potrebbe chiedervi educatamente, con un sorriso: «Buongiorno, mi scusi, cerca qualcuno? Posso aiutarla?».

«Non serve altro per far capire a una persona che non è passata inosservata. Era un po’ quello che succedeva una volta» spiega Sandrini che è il referente di zona. Significa che a lui si rivolgono gli iscritti ogni volta che notano qualcosa di inusuale. Il referente quindi valuta la segnalazione e decide se comunicarla alla Polizia locale per le opportune verifiche. Da quando è partito il Controllo di Vicinato di Cascina Molina, Sandrini ha ricevuto una decina di segnalazioni di «movimenti sospetti», seguiti dal giro di perlustrazione degli agenti della polizia locale.