L’universo sempre più in crescita delle start up. E l’incubatore varesino che crea il loro futuro

VareseNext individua le tre categorie che entro 12 mesi raddoppieranno la loro presenza sul territorio

Con il termine “start up” ci si riferisce all’operazione e al periodo durante il quale si avvia un’impresa. Apparentemente può sembrare una cosa semplice, ma in realtà si tratta di un processo molto complesso che comprende numerosi elementi, come la definizione di un’idea di business sostenibile fino ad arrivare al confronto con il mercato, unico arbitro della partita.

A Varese com’è la situazione delle start up? Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Varese, il numero di aziende iscritte al registro speciale delle start up si attesta a circa 15 unità (dato Agosto 2017) che la classifica in Lombardia tra le ultime province.

VARESENEXT, incubatore di start up attivo nella fase di early stage, stima che il numero di start up possa raddoppiare entro 12 mesi ed identifica 3 identikit di start up che apriranno a Varese, ognuna dei quali possiede determinate caratteristiche che influiranno sul futuro stesso dell’impresa e del territorio. Vediamo quali sono nello specifico.

Il 50% delle start up prese in considerazione, è definita di prima generazione e si parla di Techno startupper, ovvero di giovani imprenditori con un background tecnico e senza una pregressa esperienza significativa. Ci troviamo di fronte anche a ricercatori provenienti da facoltà scientifiche. I fondi necessari vengono raccolti principalmente tra le fonti pubbliche messe a disposizione dalla regione Lombardia. Stiamo parlando, in questo caso, di start up come modalità di ingresso nel mondo del lavoro e di una nuova generazione imprenditoriale che, però, non possiede ancora capacità di attrarre capitali e lanciare un’idea di business. Queste aziende forse non sono pronte a fare il cosiddetto grande salto, ciò non esclude però che possano tranquillamente riuscirci entro 36 mesi.

Il secondo profilo emerso è quello delle start up nate da over 35, ossia da ex Manager ed impiegati che si sono trasformati in startupper e sono ben il 30%. Questa tipologia mostra dunque elevati casi di successo dell’impresa e una capacità di raccolta fondi buona sin dagli albori in quanto gli investitori sono rassicurati da un team di persone con esperienza. In questo caso la reale realizzazione dell’azienda può arrivare in circa 18-24 mesi.

Il terzo profilo è definito come imprenditori seriali guidato da imprenditori provetti con esperienza pregressa in start up. I punti forti di questa tipologia si fondano sull’elevato livello di istruzione dei founder, un solido background manageriale, un ambiente lavorativo stimolante, capacità di attrarre ingenti capitali. Ma l’elemento chiave individuato è l’eterogeneità dei co-founder, che danno vita ad un buon bilanciamento tra competenze tecniche e manageriali, indispensabili per lo sviluppo dell’idea di business. Questo, secondo la fondazione, è l’unico profilo in grado di avere successo nell’immediato, perché i fondatori sono avvantaggiati da esperienza, istruzione, competenza di settore, conoscenze.