Mauro Gregori: «Troppi errori della giunta. Mi dimetto»

Poi lo sfogo del consigliere su Facebook: «Si sarebbe potuto rimediare alle delusioni ascoltando...»

– Un fulmine di Ferragosto: a scatenare la tempesta dell’Assunta su Varese non è il cielo ma , il consigliere del gruppo misto “Varese Città Ideale”, che nella tarda mattinata di ieri ha rassegnato le dimissioni irrevocabili dal consiglio comunale. Di queste dimissioni consegnate formalmente a Palazzo Estense di fronte ad un sindaco attonito – che non ha ritenuto di voler rilasciare dichiarazioni in merito – Gregori ha fornito spiegazioni ai suoi elettori tramite la propria bacheca Facebook, definendo la sua una scelta di coscienza.

«In un anno nessuna novità»

«Ho sperato che appoggiare come candidato e poi come sindaco fosse motivo di svolta e rinnovamento della politica cittadina. Purtroppo, dopo un anno da consigliere comunale (…) posso dire con certezza che non c’è stata nessuna novità reale a Palazzo Estense. I consiglieri spesso brancolano nel buio, gli stessi assessori a volte non sono al corrente delle decisioni che essi stessi dovrebbero prendere collegialmente».

Gregori su Facebook continua: «Ho tentato in ogni modo, in ogni sede istituzionale, tramite colloqui personali con sindaco ed assessori, interventi sui social e sui giornali di “correggere” gli errori che testardamente il nuovo sindaco e la giunta hanno fatto e continuano a fare. Aumenti delle rette di nidi e materne, del costo dei parcheggi, l’istituzione dell’abbonamento per sostare lontano dal centro con l’auto, la caparbia insistenza nel voler chiudere, anche senza manifestazioni in corso, la via Sacco, senza osare una pedonalizzazione estesa ma creando invece disappunto e confusione tra cittadini ed automobilisti».

Gregori, fra gli altri come madornali errori, cita la soppressione di centinaia di posti auto da Piazzale Kennedy come da progetto stazioni così come «l’edificazione di un nuovo centro diurno per gli anziani della città, senza minimamente prendere in considerazione la riqualificazione dell’esistente», nonché la «povera squadra anti degrado (…) senza mezzi, senza uomini, senza la reale possibilità di migliorare la qualità della vita cittadina, senza nemmeno la disponibilità economica, da mesi, dei denari per l’acquisto di vernice per dipingere le panchine».

Tutte delusioni cocenti «alle quali si sarebbe potuto mettere mano (…) “ascoltando”, ma non si è voluto fare» da parte di un “uomo solo al comando, che non ammette condivisioni preventive delle sue scelte”. Una lettera dura, dove emerge la delusione per «un “non ascolto” permanente» da parte di Galimberti su vari fronti giustificato dall’esigenza, spiega l’ex consigliere, di salvaguardare gli equilibri di Palazzo.

«Spero che queste mie dimissioni siano da stimolo al sindaco (…) perché eviti altri errori di valutazione e di inesperienza… ma che si impegni a che l’apparato comunale si muova all’unisono per evitare sprechi, noncuranza, piccoli centri di potere».

L’umiltà e la capacità di ascolto sono invocate da Gregori nella speranza che il suo gesto illumini il sindaco e la giunta «a lavorare con attenzione ed assenza di superficialità». Una decisione sofferta presa non «senza difficoltà personali e morali: la politica – conclude – è sempre stata per me una passione, Varese è nel mio cuore e non lascerei se non mi rendessi conto di essere impotente, se non fossi ormai certo che sto perdendo il mio tempo. Se potessi dare il mio contributo concreto e fattivo non mollerei. Di fronte a questa mia impossibilità ad operare in maniera concreta, palpabile, quotidiana, la scelta più giusta e meditata è quella delle dimissioni».