«Nel weekend il candidato: non è tardi. Ma l’ultima parola è di Salvini e del Cav»

Il segretario provinciale leghista Bianchi “rassicura” l’azzurra Comi: «Divisi mai, il modello è Milano». «Galimberti? È scomparso, le primarie anticipate sono servite solo per mettere all’angolo Marantelli»

– Amministrative, parla il segretario provinciale della Lega Nord Matteo Bianchi: «Sì, è arrivato il momento di chiudere su alleanze e candidati, ma non siamo fuori tempo massimo. Divisi con Forza Italia? Non esiste. A Varese e Busto si andrà alle urne con lo stesso schema di Milano». E per l’importanza del capoluogo, le decisioni prese a livello locale, «dovranno avere il “visto” di Salvini e Berlusconi». Tra i candidati in testa alla “griglia di partenza”, con l’azzurro e il civico, c’è anche lui, che però deve fare il sindaco di Morazzone ancora per tre anni e non vorrebbe doversi dimettere anzitempo. Da buon soldato leghista, è a disposizione, anche se il suo primo compito è quello di trovare la quadra al tavolo provinciale.

Per il candidato sindaco, vedremo nel fine settimana di definire la cosa. Poi lunedì si andrà a convocare un tavolo provinciale con gli alleati del centrodestra. Prima no, anche perché io oggi e domani sono a Bruxelles….

Solitamente non ci vediamo, visto che andiamo su alternati: quando ci siamo noi del Comitato delle Regioni, non ci sono mai i parlamentari europei. Difficile incrociarci a Bruxelles.

Domenica ci sono le primarie del centrosinistra a Milano, dimostrazione che nessuno è fuori tempo né tantomeno stiamo andando lunghi con i tempi.

È vero che il centrosinistra a Varese ha voluto fare le primarie prima di Natale, ma lo sappiamo tutti il perché. Il Pd aveva la necessità di mettere all’angolo Daniele Marantelli, infatti il vincitore Galimberti è praticamente sparito dalla scena. Sa benissimo, lui per primo, che una campagna elettorale su Varese portata avanti in maniera mediatica e partita già prima di Natale sarebbe stata scivolosa e rischiosa.

Non c’è l’urgenza, ma in questi giorni dobbiamo decidere. Sia chiaro, i presupposti della coordinatrice Lara Comi sono condivisibili. La coalizione di centrodestra va fatta, anche perché il tavolo della trattativa di Varese finirà comunque ad un certo punto sul tavolo dei vertici della coalizione per un giudizio finale.

Varese per dimensioni demografiche è la terza città in Lombardia che andrà al voto, e la seconda città capoluogo per importanza dopo Milano. Il che vorrà dire che Salvini e Berlusconi dovranno metterci il “visto”. Ecco perché è impossibile che si vada separati come coalizione, perché lo stesso schema che ci sarà a Milano varrà anche per Varese e Busto Arsizio. Per forza.

È una roba che non esiste, perché se anche qualcuno volesse farlo, interverrebbero Salvini e Berlusconi dicendo che non si può fare uno schema di alleanza diverso da quello di Milano. Altrimenti succederebbe che sotto la terza città, sono liberi tutti e non varrebbe più nessuna regola per le altre realtà della Lombardia. Non c’è logica. Altre sono solo invenzioni, illazioni senza nessun tipo di fondamento.

È legittimo che la sede chieda un candidato leghista. Va verificato se lo stesso può essere rispondente alle esigenze di tutti. Tuttavia non vedo nulla di strano nel fatto che il candidato possa essere espressione di una sezione di partito, cosa che per altro vale anche per Galimberti….

Io non dico di no, con tutti i problemi del caso. Da buon soldato, non ho mai detto di no al movimento, anche se rispetto a questa ipotesi non ho detto sì. Certamente, vorrei concludere il mio mandato di sindaco di Morazzone».