Occhio, il sonno ti fa magro. Chi non dorme mangia. E chi si riposa perde peso

Lo studio dell’’Università di Chicago boccia le ore piccole

Dormite poco e male, vi svegliate nel cuore della notte o avete difficoltà ad abbandonarvi a Morfeo? Spiace dirlo, ma per voi il rischio di mettere su chili di troppo è più alto della media
Il legame tra carenza di sonno e rischio di ingrassare è ormai certo, provato da diversi studi scientifici, che hanno mostrato come il nostro cervello, dormendo poco, non sia più in grado di scegliere i cibi con criterio, prediligendo alimenti grassi e calorici.

Sintetizzando, si potrebbe dire che chi di notte non riposa a sufficienza tra un frutto e un panino con affettato e formaggio (o un dolce con cioccolato e panna) non ha il minimo dubbio: sceglie il secondo.
Un nuovo studio dell’Università di Chicago, pubblicato sulla rivista Sleep, avrebbe individuato il colpevole di questa catena nefasta per la salute. «Diminuire le ore di sonno sembra accendere il sistema endocannabinoide, il bersaglio del principio attivo della marijuana, aumentando il desiderio di assumere cibo», sintetizza uno degli autori, la neurologa. Dunque le “visite” notturne al frigorifero per uno spuntino fuori programma, così rischiose per la linea, potrebbero diminuire o addirittura sparire semplicemente dormendo di più.
Ogni ora supplementare di veglia utilizza circa 17 calorie in più, che arrivano a circa 70 quattro ore di sonno perse. Insomma secondo gli esperti il sonno influenza davvero l’appetito e il metabolismo, perciò chi dorme poco e male rischia di ingrassare (o per lo meno non dimagrirà).
Quando riposiamo poco il nostro cervello va in tilt: non riesce più a scegliere i cibi con criterio e ci spinge ad abbuffarci di alimenti grassi e calorici che fanno salire pericolosamente l’ago della bilancia. Se il sonno non è sufficiente o è di cattiva qualità, il cortisolo, che è un ormone d’emergenza, agisce continuativamente come se l’organismo fosse in costante urgenza e quindi con un persistente bisogno di zuccheri per sostenere l’attività cerebrale e non solo.
Questi zuccheri possono provenire dal cibo, quindi chi rimane sveglio sente una sensazione di fame che lo spinge a mangiare di più, e possono derivare dal catabolismo dei muscoli, “intaccati” proprio dal cortisolo che per di più instaura una condizione di insulino-resistenza. In ogni caso, si verifica un rialzo glicemico con iperinsulinemia che è caratterizzata da un eccesso di insulina nel sangue. Quando il livello di questo ormone è alto, facilmente si sente il bisogno di mangiare perché troppa insulina determina l’ipoglicemia reattiva che provoca fame.
Ma il sonno può essere condizionato anche dal tipo di alimentazione adottata all’orario di cena. Diversi alimenti, infatti, aiutano a rilassare le diverse funzioni dell’organismo, permettendo un più facile scivolamento verso il sonno: pasta, riso, pane, orzo, lattuga, radicchio rosso, cipolla, aglio, zucca, rape, cavolo, formaggi freschi, yogurt e uova bollite.