«Restituire la concessione è l’unica speranza rimasta»

Balotta di Legambiente risponde a Di Pietro

«Pedemontana? Non è sostenibile. La nazionalizzazione? Impossibile. Tutto il territorio sarebbe penalizzato per salvaguardare esclusivamente gli interessi di Como e Varese».
All’attacco il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia Dario Balotta dopo le dichiarazioni del presidente Antonio Di Pietro che nell’incontro avuto con i sindaci della tratta a Varese settimana scorsa aveva dichiarato: «Pedemontana gratuita? Che venga statalizzata».
«Di Pietro restituisca oggi la concessione. Altrimenti il rischio è che Pedemontana fallisca». Balotta fa i conti in tasca all’opera

e al suo presidente: «Le tangenziali di Como e Varese sono costate 50 milioni in più di quanto previsto».
Inoltre: «Per l’80% le tangenziali di Como e Varese sono state pagate con il contributo pubblico, quindi se si statalizzano come chiede Di Pietro lo Stato o la Regione ci devono mettere tra i 100 e i 150 milioni», spiega Balotta. Che aggiunge: «Questa soluzione, proposta dal presidente Di Pietro, richiederebbe la revisione radicale del piano economico finanziario e un nuovo passaggio al Cipe, che per poter approvare la revisione del piano dovrebbe avere sul tavolo un altro piano economico finanziario, credibile, per il completamento dell’opera, che è cosa impossibile».

Un cane che tenta di mordersi la coda: un passaggio del genere rappresenterebbe una sorta di nuovo punto di partenza oltre che comportare un ulteriore esborso di capitale. «Proporre la nazionalizzazione delle tangenziali senza un piano per il resto dell’opera serve solo a non affrontare il problema centrale della insostenibilità dell’intero progetto e del rischio di fallimento – spiega Balotta -Rischio traffico, rischio ambiente e mercato finanziario che ha voltato le spalle al progetto dovrebbero spingere a un ripensamento e ridimensionamento dell’opera».
La soluzione? «Di Pietro restituisca la concessione per impossibilità di rispettarla – dice il responsabile trasporti di Legambiente – Una soluzione che oggi può essere concertata senza particolari problemi mentre se si aspetta ancora ci sono almeno due gravi rischi: che Pedemontana fallisca e la concessione intera torni a Cal (Concessioni Autostrade lombarde di Regione e Anas), ma dopo una procedura che potrebbe durare anni a danno del territorio».
O che siano Cal o il ministero dei Trasporti a intervenire «per denunciare il mancato rispetto della convenzione e revocare la concessione, con una procedura che può chiedere i danni a Pedemontana e ai sui soci», conclude Balotta.
Per il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia, quindi, restituire la concessione è la sola «speranza che resta all’opera».