Rosatellum: istruzioni per l’uso. Chi voteremo?

Alla scoperta del nuovo sistema. Con un’analisi dei vari scenari possibili

“Rosatellum”, questo sconosciuto: come voteremo la prossima primavera se la nuova legge elettorale passerà anche al Senato?

Il Rosatellum-bis, che giovedì è stato approvato con la fiducia dalla Camera dei Deputati con una maggioranza ampia (nonostante un buon numero di “franchi tiratori”), è la nuova legge elettorale che prende il nome dal suo ideatore, il capogruppo del Pd . Richiama in parte il vecchio “Mattarellum”, la legge elettorale maggioritaria che fu utilizzata in tre tornate elettorali, nel ‘94, nel ‘96 e nel 2001, anche se rispetto a quella legge, che prendeva il nome dall’attuale presidente della Repubblica, con il Rosatellum si è accentuata la parte proporzionale.

Se nel Mattarellum veniva eletto il 75% dei deputati nei collegi uninominali e il 25% con il sistema proporzionale, il Rosatellum ribalta le proporzioni: un terzo maggioritario e due terzi proporzionale. Alla Camera ci saranno 232 collegi uninominali, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato: verrà eletto direttamente il candidato che prenderà nel collegio almeno un voto in più degli altri. Gli altri 386 seggi saranno assegnati invece con il metodo proporzionale: ogni partito o coalizione presenterà una lista di candidati, si conteranno i voti ricevuti da ogni lista e ogni partito o coalizione eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti ottenuti. Altri 12 seggi saranno assegnati nelle circoscrizioni estere.

Al Senato le cose funzioneranno in maniera quasi identica: i collegi uninominali saranno 102 e 207 i collegi del proporzionale; saranno 6 i seggi degli eletti all’estero. La differenza sostanziale rispetto al vecchio Mattarellum consiste nell’impossibilità di fare il cosiddetto “voto disgiunto”: se fino al 2001 gli elettori votavano con due schede distinte per la quota maggioritaria e per quella proporzionale (esprimendo la preferenza per il singolo candidato nella prima e per il partito nella seconda), con il Rosatellum ogni elettore potrà esprimere un solo voto, che andrà sia al candidato del suo collegio (per la quota maggioritaria) sia alla lista che lo appoggia (per la quota proporzionale).

Come saranno i collegi? Quelli della Camera potrebbero essere disegnati a immagine e somiglianza di quelli del Senato del vecchio sistema elettorale maggioritario (erano esattamente 232): in questo caso in provincia di Varese ci sarebbero tre collegi uninominali, uno per Varese e il Nord della provincia, uno per la fascia centrale con baricentro Gallarate e uno per la fascia sud di Busto Arsizio e Saronno.

A quel punto si possono ipotizzare interessanti testa a testa con i nostri esponenti locali in campo: nel centrodestra, ad esempio, sicura la ricandidatura di , si parla anche di per Forza Italia, mentre è probabile che la Lega possa schierare qualche suo uomo di punta, come l’eterno , il segretario provinciale o, in ossequio alle quote rosa, l’assessore regionale . La candidatura nel collegio uninominale non preclude peraltro quella nei collegi plurinominali per la quota proporzionale, che saranno circa 65 (ancora da disegnare, ma probabilmente la provincia di Varese ne avrebbe uno coincidente con il suo territorio) e saranno caratterizzati dai listini “corti” bloccati, con un numero da due a quattro di candidati.

Al Senato, con 102 collegi in tutta Italia, Varese avrà presumibilmente un collegio per il nord della provincia e uno per il sud in coabitazione con le province di Milano o di Como. Qui si parla della possibile candidatura dell’ex sindaco per la Lega Nord, ma c’è in pista per la riconferma anche il leghista , a meno che non venga spedito in Umbria, regione dove è commissario. Stando ai sondaggi, è probabile comunque che il Varesotto possa tornare, almeno per i collegi uninominali, riserva di caccia del centrodestra.

Una proiezione di ieri del Corriere stima 34 collegi su 38 in Lombardia probabili per la coalizione tra Lega, Fi e FdI. Per il Pd, ci si dovrà concentrare sui listini bloccati.

E se in passato la nostra provincia, considerata una roccaforte del centrodestra, veniva spesso utilizzata dai partiti come “riserva di caccia” per i cosiddetti candidati “paracadutati”, politici senza alcun legame con il territorio spediti dai loro partiti per un’elezione sicura (i casi più clamorosi furono quelli dell’avvocato di , e del figlio dell’ex presidente, , “paracadutati” nel collegio della Camera di Luino, ma anche “in uscita” come il sindaco di Casale Litta dell’Udc candidato ed eletto a Cantù),

il rischio con la nuova legge elettorale rischia di moltiplicarsi ancora di più. Perché se con il Mattarellum l’elettore aveva il potere di bocciare i candidati “paracadutati” (era capitato ad esempio a candidato da An nel collegio di Tradate ma sconfitto dal popolarissimo sindaco leghista di Cairate , ma anche al fedelissimo del Cav. battuto dalla leghista nel collegio di Gallarate), con il Rosatellum l’esercizio diventa più complicato, visto che il voto al singolo candidato di collegio non può essere slegato da quello di partito.

Per fare un esempio pratico, è difficile ipotizzare che un elettore leghista possa votare un candidato Pd o Cinque Stelle sia per l’uninominale che per il proporzionale, se il centrodestra dovesse piazzare nel suo collegio un candidato forzista sgradito e proveniente, per esempio, da fuori provincia.n