Sui migranti è guerra tra sindaci: «Busto ci risarcisca». «Si vergogni»

Durissimo scambio di accuse tra Galimberti e Antonelli dopo la protesta dei richiedenti asilo. Il sindaco Pd: «I profughi vanno gestiti con concretezza». Il collega: «Fa campagna elettorale per arrivare a Roma»

La “marcia” dei profughi da Busto Arsizio e Varese scatena la guerra tra i due sindaci ed . Il varesino attacca: «Il Comune di Busto si faccia carico di questa emergenza e risarcisca i cittadini di Varese per i disagi che ha provocato». Il bustocco risponde: «Si vergogni, usa i migranti come cavallo di Troia per la sua ambizione personale di scalare i vertici del suo partito».

Un botta e risposta pesantissimo, quello tra i sindaci delle due città più importanti della provincia di Varese, mentre i richiedenti asilo del centro Kb di via dei Mille riprendevano il treno per tornare a Busto Arsizio dopo aver passato la notte all’addiaccio sui gradini della stazione del capoluogo. «I problemi dell’immigrazione vanno gestiti con concretezza e attenzione, non con slogan demagogici – alza il tiro il sindaco di Varese Davide Galimberti – fino ad oggi infatti a Varese non si sono verificate situazioni come quella di ieri,

le cui ragioni scatenanti sono riconducibili alla città di Busto Arsizio, il cui sindaco non si è nemmeno fatto vivo, dimostrando scarso interesse per una situazione che ha avuto origine nella sua città ma che si è riversata da noi». Galimberti punta il dito contro l’amministrazione di centrodestra guidata da Antonelli: «L’amministrazione di Varese affronta i temi dell’immigrazione senza demagogia, impiegando i migranti in lavori socialmente utili e mettendo in campo un’accoglienza diffusa – fa notare il sindaco Pd del capoluogo – il Comune di Busto invece di urlare, lamentarsi e ipotizzare guadagni sui migranti come affermato dal Sindaco Antonelli a “La Provincia di Varese” il 4 agosto 2016, quando diceva “Gestiamoli noi come Comune, invece di far guadagnare milioni alle cooperative. Così ci riprenderemmo i soldi”, si faccia carico di questa emergenza e risarcisca i cittadini di Varese per i disagi che ha provocato. Chiediamo inoltre al Prefetto di destinare le somme per l’ospitalità destinate alla Cooperativa KB al Comune di Varese per questi due giorni di presenza in Città».

Ma per il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli il suo collega di Varese «sbaglia indirizzo» e, sul risarcimento, replica così: «risarcisca i cittadini di Busto Arsizio per i disagi che provoca il Governo espresso dal suo partito. Cosa c’entra Busto con una protesta che nasce dalla decisione di allontanare persone che non hanno i requisiti previsti dalla normativa sulla protezione internazionale». Perché, prosegue Antonelli, «anche gli stessi migranti hanno capito che il responsabile della situazione venutasi a creare non si trova a Busto Arsizio. Se il Governo, che ha lo stesso colore politico del sindaco di Varese, non continuasse a fare cassa con gli enti locali, potrei dare qualche euro a queste persone per comprare il biglietto del treno per Roma, dove troverebbero certamente tutti i possibili responsabili nei pressi di Palazzo Chigi».

Ma il sindaco bustocco attacca direttamente Galimberti: «Forse è a Roma che intende approdare, dal momento che è in campagna elettorale perenne, utilizzando i migranti come cavallo di Troia per accedere ai più alti vertici del suo partito e del governo. Fossi in lui mi vergognerei: sta usando queste persone, in estrema difficoltà, per raggiungere una sua ambizione personale, quella di diventare capopopolo. Il popolo però ha compreso chi è il sindaco di Varese, un politico che passa sopra tutto e tutti, anche sopra i suoi colleghi del centrosinistra, accaparrandosi l’intero contributo messo a disposizione della provincia dal Governatore Maroni. Un politico che, all’insegna del politicamente “scorretto”, passa sopra gli interessi dei suoi stessi cittadini, ergendosi a paladino di persone che sono in carica al Governo di centrosinistra e dimenticando gli elettori che gli hanno dato fiducia». Così il consiglio di Antonelli al collega è di «consigliare ai suoi sodali di partito, incapaci di gestire la situazione – tanto che riescono anche a farsi prendere in giro da un presidente ragazzino di 39 anni (Macron) – una strategia per decidere in 6 mesi, e non 5 anni, chi è legittimato a stare in Italia e chi no». L’unico terreno su cui Galimberti e Antonelli si trovano, almeno in parte, concordi, è il «ringraziamento per il grande lavoro svolto il Prefetto, le Forze dell’ordine e la Croce Rossa», parole del sindaco di Varese. A cui fanno eco quelle del collega bustocco: «Ringrazio, con il cuore, il prefetto, il questore, il commissariato di Busto, tutti gli incaricati dell’ordine pubblico, per il lavoro che fanno quotidianamente, a vantaggio dei cittadini e degli stessi richiedenti asilo». Antonelli però aggiunge: «Io lo dico credendoci, il sindaco Galimberti certamente no, se ne infischia di uomini e donne della pubblica sicurezza costretti, probabilmente senza percepire gli straordinari, a fare da balia a persone portate a forza in Italia».