«Superato ogni limite, sul Molina parlo io»

Dopo giorni di accuse Christian Campiotti, presidente dell’ente di viale Borri, rompe gli indugi

Da giorni, per l’esattezza dal giorno successivo alle elezioni che hanno segnato una storico cambio della guardia ai vertici di Palazzo Estense, la Fondazione Molina e il suo presidente, Christian Campiotti, sono al centro di una bufera mediatica senza precedenti. Politici, opinionisti e persino “corvi” (penne anonime e particolarmente accanite), attaccano senza sosta l’ente di viale Borri e i suoi vertici. Finora l’unica dichiarazione ufficiale di Campiotti è stata l’annuncio di azioni legali che intende avviare per tutelare la sua immagine e quella del Molina. Per il resto, silenzio assoluto. Fino a oggi.

Inizialmente ho evitato ogni commento in ossequio al ruolo che ricopro e alla Fondazione che presiedo: una realtà di quasi 200 anni, che dà lavoro a 500 persone e ne ospita altrettante. A Varese la Fondazione Molina svolge una funzione sociale storica, importante e delicata, che mi ha convinto fosse preferibile il silenzio. Ora, però, si è superato il limite della decenza e credo che, proprio per tutelare il patrimonio umano e sociale che vi ho appena ricordato, sia arrivato il momento di parlare.

Il primo ad attaccarmi, subito dopo il voto, è stato Raffaele Cattaneo, che ha rivolto una serie di accuse alla mia gestione della Fondazione. Faccio notare, per altro, che negli ultimi anni Cattaneo, nonostante gli importanti incarichi istituzionali da lui ricoperti, non ne ha mai parlato prima. A riprova del fatto che si tratta di attacchi dovuti a una sola causa: la sconfitta elettorale. Il soggetto politico cui appartengo, la Lega Civica, ha contribuito, coi propri voti, a mandare a casa un sistema di potere che governava Varese da anni. Cattaneo, che è parte integrante di quel sistema, mi ha attaccato solo per quel motivo. Del resto, non è riuscito a far eleggere nemmeno un consigliere comunale, quindi ha il dente avvelenato.

Cattaneo è stato il primo a pronunciarsi. Ma sul piede di guerra c’è il suddetto sistema di potere, che in campagna elettorale ha ruotato intorno al candidato Orrigoni e che non riesce ad accettare la sconfitta. Basti dire che un autorevole consigliere d’amministrazione della Fondazione Molina è stato espulso dal partito di cui faceva parte da anni solo perché si è dimostrato ligio e coerente col proprio impegno istituzionale ai vertici dell’ente.

Spiego volentieri. Di recente, come cda, abbiamo deciso di non aumentare la retta dei nostri ospiti. Abbiamo scelto, cioè, di non adeguare le nostre tariffe all’incremento ISTAT per non gravare sulle famiglie. Ma siccome l’incremento c’è stato, ci troviamo a dover colmare un gap economico. Per riuscirci, l’unica cosa che un’azienda privata come la nostra può fare è investire una parte di fondi (quella destinata a tal fine) in operazioni finanziarie che non mettono a rischio il capitale e fruttano importanti rendite economiche. La sottoscrizione obbligazionaria con Rete55 rientra in questa logica. Sono fiero, quindi, di aver portato un beneficio alla Fondazione che ho l’onore di presiedere. Peccato che, in base a ciò che ho letto in questi giorni, molti di coloro che ci attaccano dimostrano di non sapere di cosa parlano.

Non c’è dubbio. Infatti, come ho già annunciato, chiederemo i danni. Ho intenzione di chiedere milioni di euro di risarcimento per le dichiarazioni infamanti comparse nei giorni scorsi.

Le dico le prime due cose che mi vengono in mente. Tra due settimane attiveremo il nuovo impianto di aria condizionata. Un impegno che prendemmo 8 mesi fa e che ha richiesto dei lunghi lavori perché, quando ci siamo insediati, abbiamo trovato oltre la metà della Fondazione senza refrigerazione. Alcuni reparti, tra luglio e agosto, somigliavano a veri e propri forni a microonde. Noi risolveremo finalmente quella situazione, dando un beneficio sostanziale ai nostri ospiti. Stesso intervento anche sul fronte dell’alimentazione e della qualità dei pasti, che abbiamo migliorato sensibilmente. E mi permetta una battuta: lo abbiamo fatto senza bisogno di andare in vacanza con gli erogatori del servizio. Sono solo esempi, che danno un’idea chiara del nostro modus operandi. Del resto, ospiti, parenti e personale ci riconoscono quotidianamente l’efficacia del nostro impegno.

Guardi, la mia vita, personale e professionale, è sotto gli occhi di tutti. Vivo con la mia famiglia, ho cambiato di recente la mia vecchia Fiat Multipla, perché aveva 240 mila km e non andava più. Ho preso un’altra auto, che sto pagando a rate come altri milioni di italiani. Ogni giorno, per 10 ore, mi occupo con serietà e dedizione della Fondazione Molina. Pertanto, che i corvi spennacchiati svolazzino pure. Il guano non mi sporcherà.