Un viaggio tra i timori dei cittadini. per il destino del quartiere Belfiore

I residenti del quartiere varesino e non solo, nutrono dubbi sull’opportunità di istituire la sosta a pagamento nella zona

Sorpresa amara per Biumo: ieri mattina Belfiore, da emblema “green” del liberty a vocazione popolare, è piombato letteralmente in un mare di cobalto simbolo del nuovo piano sosta, il colore che ha infiammato l’opinione pubblica delle settimane del rientro.

Inaugurato nel 1923 da Vittorio Emanuele di Savoia, il quartiere nato con l’intento di rilanciare Varese quale “garden city” sul modello inglese che furoreggiava all’epoca, in mezza giornata si è riempito infatti di un’innumerevole serie di stalli blu in tutte le vie interne che guardano sul Cinema Nuovo, da via Don Tazzoli a via Misurina, risparmiando unicamente il centrale largo Belfiore, che rimarrà libero con i venticinque posteggi bianchi ridipinti di fresco. E sarà una lotta all’ultimo

stallo, secondo i residenti: in primis , classe 1950, che abita, da quando vi è nata, al numero 28 di via Misurina. «Ho paura che non ci sarà posto più per nessuno» protesta sconsolata. «Né per chi era abituato a venire da fuori per lavoro, né per i residenti, che non tutti possiedono un parcheggio interno: ad esempio nel nostro caso abbiamo preferito il giardino al posteggio privato, per come sono concepite le nostre case che nacquero popolari».

Il timore del cittadino è di dover pagare per poter continuare a posteggiare sotto casa: ma le cose non stanno così, perché allo sportello Varese si Muove del Comune di Varese si possono richiedere i pass per i residenti, che costano 10 euro e che danno diritto a posteggiare nella propria via di residenza e in sei vie limitrofe scelte a seconda delle necessità dell’utente. La paura è però legata anche all’effetto sorpresa, perché «svegliarsi dall’oggi al domani in mezzo al blu mette angoscia» e al fatto che si teme, a fronte di una regolamentazione del posteggio selvaggio, che l’area venga presa di mira anche da chi abitualmente non ci parcheggia ma che da ora in poi deve comunque pagare per avere un posto, ossia i non residenti. «Di sicuro non si troveranno più macchine posteggiate ovunque e fuori dalle strisce; certo è che prima di intervenire in questa maniera avrebbero anche potuto sistemare i marciapiedi, che sono, in tutto il quartiere, in condizioni indecorose».

Un’altra cittadini, invece, ci spiega: «Io parcheggio abitualmente qua, sono una pendolare: verso le 8.10 è già tutto pieno. Francamente mi aspettavo che almeno queste zone rimanessero bianche; comunque stiamo cercando di chiedere uno sconto negli abbonamenti perché 55 euro al mese è davvero tanto». Un quartiere, il Belfiore, che negli anni è diventato sempre più esposto al degrado: «Quando ero ragazzina – conclude la signora Temelacchi – le chiamavano “le quattro case”: era proprio un bel quartiere, con in mezzo, in largo Belfiore, un parco con tante panchine e bellissime piante dove si andava a giocare. Negli anni Novanta furono dapprima messi dei cartelloni pubblicitari, e poi in breve tempo il parco venne smantellato e attorno ai suoi resti, il piccolo isolotto verde, furono creati i parcheggi». Da quartiere residenziale pioniere dell’ecologia a posteggio comunale codificato e a pagamento: Belfiore, dove l’aria che si respira è sempre più blu.