Via al trasferimento della Canziani

La struttura scolastica varesina, risultata non sicura, sarà spostata all’interno del plesso della Busca

Alla Canziani, la scuola primaria risultata inagibile all’ultima perizia statica risalente al 4 di luglio, sono iniziati i lavori di smantellamento del materiale didattico. Una doccia fredda per tutti, tant’è vero che le maestre e la bidella Antonella avevano già completato il lavoro di sistemazione delle aule e la pulizia di tutti i locali, atto dovuto ad ogni termine di anno scolastico perché tutto sia pronto e in ordine per quello successivo: niente davvero lasciava presagire la triste svolta di questo edificio dove allievi,

personale scolastico e genitori si sentono tutti parte di un’unica, grande famiglia che in tanti casi attraversa tre generazioni. Martedì mattina il Verde Pubblico ha fatto eseguire il taglio dell’erba nel bel parco; un lavoro programmato da tempo, che da un lato aumenta la percezione della subitaneità degli accadimenti, dall’altro conforta le maestre che fino ai primi di settembre rimarranno ad imballare, incartare e spostare tutti gli arredi presso la nuova sede della “Busca”, dove verranno destinate anche alcune veneziane sostituite da poco: dai numerosi, nuovissimi computer dell’aula di informatica seguita dalla maestra Grazia, responsabile dei progetti di Storytelling e Scratch, alle LIM donate dai genitori, alla biblioteca intitolata a Fabio, che poi fece il Cairoli, a tutto il resto, che parla di un luogo dove pulsa l’anima di un quartiere intero.

È un brutto sogno quello che sta avviandosi. Con tristezza Loredana, la responsabile di plesso, carezza con lo sguardo la casetta di terra cruda progettata dai bambini di quinta, poi realizzata con le manine di tutte le classi a partire da un miscuglio di sabbia, ghiaia e paglia impastate su di un’intelaiatura di bambù. Poco discosto, un cancelletto conduce alla materna Dalla Chiesa, che alla Canziani arrivava sovente per i progetti di continuità e anche per le lezioni di motoria in palestra: ora riceverà in dote la custodia dello scoiattolo rosso studiato in cooperazione con l’Insubria, altrimenti abbandonato a se stesso. Accanto, il campo di pallavolo e i tavoli dove le classi si ritrovavano a far lezione all’aperto, nella bella stagione, e la merenda all’intervallo: Loredana, insegnante di scienze da 27 anni alla Canziani, ha sempre affidato al minimo raggio di sole i suoi bambini, per studiare la natura e copiare dal vero le piante. Fra esse, un esemplare unico di pino silvestre spontaneo, tanto amato da Salvatore Furia che avrebbe voluto trasferirlo in luogo diverso, ma che poi decretò nume tutelare per la festa degli alberi: oggi quel pino è diventato enorme e serba il ricordo del grande varesino che elesse su tutte proprio quella piccola scuola sul colle dei Miogni. Separata dal parco di una villa storica, una distesa di noccioli e cornioli donati dalla forestale 15 anni fa per il progetto di educazione ambientale. «Servivano arbusti che dessero bacche per gli animali» spiega triste la maestra. A fianco, le mangiatoie per gli scoiattoli, l’orto, la compostiera, il piccolo stagno, l’abete bianco e il melograno beneaugurale che i bambini di quinta hanno donato a Loredana, e che fra qualche giorno approderà alla San Giovanni Bosco in segno di amicizia e continuità: perché la Canziani, anche in una nuova casa, non si arrende, ed è più viva e feconda che mai.