«Volevo solo difendermi»

Orino - Marco Moscatelli dal carcere dà la sua versione dei fatti: «Pentito e dispiaciuto, ma sono stato aggredito»

– Il giorno dopo la violenta lite tra soci finita a coltellate i contorni della vicenda si chiariscono un pochino meglio. Quanto meno c’è la versione di una parte. Quella di Marco Moscatelli, 40 anni, di Orino, conosciutissimo in paese e non solo per essere il presidente della Pro Loco cittadina, arrestato nella notte tra lunedì e martedì su disposizione del pubblico ministero Sara Arduini con l’accusa di tentato omicidio.

Moscatelli, che ha nominato quali difensori Jacopo Maioli e Carlo Alberto Zaina (del Foro di Rimini), si trova rinchiuso nel carcere dei Miogni da quel momento. Sarebbe molto dispiaciuto per l’accaduto, ma altrettanto sereno convinto di essersi soltanto difeso da un’aggressione estremamente violenta. A scatenare la lite, avvenuta nella sede di una delle aziende che vedono soci i due coinvolti, sarebbero proprio ragioni collegate alla realtà lavorativa. Questioni connesse non alla ditta dove è avvenuto l’accoltellamento,

ma ad altre società. I dettagli non sono ancora stati chiariti del tutto.Moscatelli, che abita sopra la sede della ditta di via Battisti, sarebbe stato raggiunto dal socio che già era furioso. L’uomo, gaviratese di 32 anni, ancora ricoverato all’ospedale di Circolo di Varese in prognosi riservata ma non più in imminente pericolo di vita, a quanto pare gridava ed era furibondo. Moscatelli lo avrebbe accolto cercando di calmarlo. Ne sarebbe scaturito un diverbio entro il quale, stando a quanto ricostruito da Moscatelli davanti ai carabinieri del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Luino e dei colleghi delle stazioni di Cuvio e Laveno Mombello, il socio ad un certo punto avrebbe aggredito fisicamente il presidente della Pro Loco colpendolo cinque volte alla gamba con un cacciavite. Cacciavite che effettivamente i militari hanno trovato nella ditta tutto sporco di sangue. Moscatelli, ferito (la sua prognosi è di 7 giorni) si sarebbe difeso. Nella colluttazione i due sarebbero caduti a terra e a quel punto trovato un taglierino Moscatelli avrebbe colpito il socio alla cieca per difendersi. I fendenti hanno raggiunto il trentaduenne al collo. Moscatelli a quel punto, resosi conto che la situazione era grave, ha caricato il socio in auto trasportandolo all’ospedale di Cittiglio. Moscatelli non voleva scaricarlo alla meglio; sarebbe stato il socio a scendere dalla macchina tanto che Moscatelli (e c’è la registrazione) ha chiamato il 118 chiedendo l’intervento di un’ambulanza in soccorso del trentaduenne. I due sono arrivati insieme in ospedale.

Non ci sarebbe stata alcuna volontà di uccidere, Moscatelli avrebbe agito in preda al panico dovendosi difendere.. Il trentaduenne, che è stato operato nella notte tra lunedì e martedì non è al momento in grado di essere sentito dagli inquirenti. Ad oggi non è ancora stata fissata l’udienza di convalida per l’arresto di Moscatelli, che è assolutamente incensurato e stimato da tutta la comunità. I difensori infine una volta acquisiti gli atti verificheranno, attraverso perizia medica, se le ferite inferte al socio potevano essere potenzialmente mortali, oppure se vi sia lo spazio per chiedere la derubricazione del capo di imputazione in lesioni gravi.