Marocchina rapita e pestata. Un’inchiesta tra tanti misteri

Brunello - Le telecamere hanno visto?

– Non sarebbero auto inferte le ferite riscontrate sul corpo della sorella di e la donna che sostiene di essere sequestrata e picchiata «perché terrorista» da due uomini incappucciati nel pomeriggio di mercoledì. La donna ha denunciato l’accaduto ai carabinieri della stazione di Azzate: del racconto della presunta vittima di quella che parrebbe un’aggressione xenofoba, è stata informata anche la Digos della Questura di Varese che ha condotto le indagini sui due fratelli della donna.


Oussama Khachia fu espulso nel gennaio 2015 per aver espresso sui social idee radicali e simpatia all’Isis: il giovane è morto da foreign fighter in Siria nei territori controllati dal Daesh. Abderrahmane è stato invece arrestato lo scorso 28 aprile: secondo gli inquirenti era vicino ad un gruppo estremista che era pronto a colpire con attentati in Italia. I genitori. di origini marocchini, dei due ragazzi sono stati espulsi settimana scorsa perché condividevano le idee estremiste dei figli. In questo clima sarebbe maturata un’aggressione che presenta però alcune contraddizioni nel racconto della donna.
La procura di Varese, dopo aver segnalato l’inchiesta in corso alla Dda di Milano e aver ricevuto l’assenso ad indagare a 360 gradi, ha proceduto con una serie di atti urgenti. Il primo è stato verificare la natura delle lesioni, per fortuna lievi con prognosi contenuta entro i 10 giorni, riscontrate sul corpo della donna. Da un’analisi preliminare sarebbe stato escluso l’autolesionismo: qualcuno avrebbe inferto quei colpi alla presunta vittima. Gli inquirenti stanno inoltre controllando tutti i video delle telecamere di sorveglianza che monitorano la zona dove il sequestro sarebbe avvenuto. La donna avrebbe riferito che la macchina sulla quale è stata caricata a forza ha ad un certo punto del tragitto imboccato un contromano da brivido. Dai video si spera di ricavare immagini utili del passaggio delle auto nella zona in un orario compatibile con quanto denunciato in modo poi da poterne controllare le targhe e accertare se vi sia stato un passaggio di soggetti già noti alle forze di polizia.
Si cercano inoltre eventuali testimoni dell’accaduto. Il sequestro avrebbe avuto luogo a Brunello, in seno ad una piccola comunità dove ci si conosce tutti, intorno alle 17. In pieno giorno dunque, con una perfetta visuale di ciò che accade sulle strade. Nessuno per il momento avrebbe notato qualcosa di particolare, nemmeno quel pericolosissimo contromano segnalato dalla presunta vittima in sede di denuncia.