Hiroshima e Nagasaki, 80 anni dopo: il Giappone ricorda per non ripetere
A ottant’anni dai bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, il Giappone si prepara a commemorare quella che il premier Shigeru Ishiba ha definito «una catastrofe immane», sottolineando l’importanza di tramandare alle nuove generazioni le tragiche conseguenze della guerra. Durante un’audizione parlamentare, Ishiba ha ribadito la necessità di mantenere viva la memoria, in un’epoca in cui le tensioni geopolitiche – in particolare tra Stati Uniti e Russia – ricordano drammaticamente i pericoli di un mondo ancora diviso.
Le celebrazioni ufficiali si apriranno il 6 agosto a Hiroshima, seguite da quelle del 9 agosto a Nagasaki, e vedranno una partecipazione senza precedenti: 120 nazioni hanno confermato la loro presenza. Tra queste, per la prima volta, Palestina e Taiwan, che non sono riconosciute ufficialmente dal governo giapponese ma saranno accolte in segno di apertura diplomatica.
Il Parco del Memoriale della Pace di Hiroshima, dove sorge il Genbaku Dome – uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo l’esplosione – sarà al centro della commemorazione. Qui verranno ricordate le oltre 140.000 vittime di Hiroshima e le circa 74.000 di Nagasaki, perlopiù civili, morte a causa delle bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti nel 1945.
Tra i Paesi detentori di armamenti nucleari, Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno confermato la loro partecipazione. India e Israele, pur non firmatari del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, prenderanno parte alla cerimonia. Non saranno presenti invece Cina, Pakistan e Corea del Nord. È attesa anche la Russia, che potrebbe partecipare per la prima volta dall’inizio del conflitto in Ucraina.
Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha evidenziato la crescente consapevolezza internazionale del ruolo simbolico della città: il Museo della Pace ha registrato un record di 2,26 milioni di visitatori nell’ultimo anno. «Vogliamo trasmettere lo spirito di Hiroshima e promuovere una cultura di pace, partendo dall’educazione dei giovani», ha affermato.
Il sindaco di Nagasaki, Shiro Suzuki, ha sottolineato come l’apertura diplomatica sia parte integrante della commemorazione di quest’anno. «Invitiamo i rappresentanti a confrontarsi con la realtà concreta della devastazione nucleare», ha detto. Anche Nagasaki, infatti, prevede una partecipazione record da oltre 100 Paesi e regioni.
In riconoscimento dell’impegno dei hibakusha – i sopravvissuti alle esplosioni atomiche – è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace 2024 all’organizzazione Nihon Hidankyo, attiva da decenni nella lotta per l’abolizione delle armi nucleari.
L’ambasciatore statunitense in Giappone, George Glass, ha annunciato la propria presenza a entrambe le cerimonie, segnando un gesto simbolico forte, dopo che nel 2024 il suo predecessore aveva disertato l’evento di Nagasaki in segno di protesta.
Ottant’anni dopo, Hiroshima e Nagasaki non sono solo nomi impressi nella storia. Sono un monito universale, un appello alla responsabilità condivisa per un futuro di pace, contro il rischio che la memoria si dissolva e la tragedia si ripeta.