Roma, 15 gen. (TMNews) – Non ha mai voluto chiedere la grazia nonostante la condanna a quattro ergastoli e ora al suo posto sarà la madre a rivolgersi al presidente dell Repubblica. Renato Vallanzasca, da oltre 30 anni in cella, lo ha rivelato in un’intervista radiofonica ribadendo che a suo avviso “non è il caso” e che si sente “responsabile” per quanto gli è stato imputato, in particolare per la morte in carcere del suo ex amico, Massimo Loi. “Se poi sono coinvolto in toto è un altro discorso”, ha detto il criminale, colpevole di una lunga serie di furti, sequestri ed omicidi compiuti tra gli anni ’60 e ’70.
“Mia madre mi ha detto che ci vuole riprovare, con la richiesta di grazia. Io non penso sia il caso”, ha spiegato il Bel Renè, recentemente divenuto il protagonista di un film di Michele Placido. Vallanzasca ha solo da poco ottenuto il permesso del lavoro esterno al carcere.
Sull’omicidio di Massimo Loi, su cui restavano zone d’ombra, Vallanzasca ha spiegato: “A me, mi hanno detto che l’ho ucciso io. Mi reputo responsabile di quello che ho fatto e c’è un mio socio, coimputato. E poi era la banda Vallanzasca, io mi chiamo Vallanzasca e quindi mi sento responsabile. Se poi sono coinvolto in toto è un altro discorso ma so di aver avuto un forte ascendente sulle persone che mi stavano vicino”.
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