VIGGIU’ Il caso è tutt’altro che chiuso. E il primo a pensarla così è Massimo Politi, il sostituto procuratore che sta indagando sull’omicidio di via della Croce: quello in cui ha perso la vita il 52enne Giampaolo Grilli, ucciso a coltellate venerdì scorso da un vicino di casa, il 50enne Claudio Baldan. Il magistrato ha inviato al comando dei carabinieri di Viggiù una delega d’indagine: tre pagine fitte di interrogativi che Politi chiede ai militari di cancellare. I dubbi del pubblico ministero riguardano sia l’esatta dinamica dell’omicidio, sia i precedenti rapporti fra i due uomini, da tempo divisi da profondi rancori e gelosie.
Resta da chiarire, ad esempio, che cosa abbia dato origine a quel botto scambiato per uno sparo da Baldan: quel "bum" avrebbe dato il via alla furia dell’omicida dell’uomo, forse spaventato dall’esplosione. «Lo hanno sentito tutti, in zona – racconta Andrea Giancristofaro, il legale di Baldan – proveniva dall’alto». E proprio "in alto", al secondo piano della corte di via della Croce, si era consumato il dramma.
Resta anche da chiarire se il confronto mortale avrebbe potuto essere impedito. Nella caserma dei carabinieri di Viggiù sono depositate ben due denuncie presentate nel 2008 da Baldan contro Grilli per ingiurie, minacce e percosse. «Vogliamo capire se ci siano state o meno omissioni da parte di chi aveva il dovere di intervenire prima che accadesse il peggio», afferma Giancristofaro.
Intanto ieri è stato effettuata l’autopsia sul corpo di Grilli. Sono state contate le pugnalate: dal loro numero (in apparenza erano tre) si potrà capire se vi sia stato accanimento, oppure se Baldan abbia agito in preda a un raptus momentaneo. L’esito ufficiale verrà reso noto nei prossimi giorni.
Sempre ieri la moglie e la figlia 17enne di Baldan sono state in tribunale per chiedere il permesso di visitare il marito e padre, rinchiuso a Varese nel carcere dei Miogni. Vestite con tute da ginnastica e giacconi, sguardi bassi e passi veloci, le due donne non hanno rilasciato dichiarazioni.
e.romano
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