In Canton Ticino continuano le polemiche intorno ai frontalieri. L’ultimo focolaio è esploso dopo che il Tribunale amministrativo (Tram) ha disposto che la conoscenza della lingue nazionali non può essere introdotta tra i requisiti da bando di concorso per l’assunzione dei docenti cantonali, in quanto un requisito di questo genere costituirebbe una discriminazione non compatibile con gli Accordi bilaterali.
“Le conseguenze pratiche di questa sentenza sono palesi: quella di spalancare porte e finestre della scuola cantonale a docenti frontalieri, che non potranno più essere esclusi in partenza causa mancata conoscenza delle lingue nazionali” dice in un’interrogazione al Consiglio di Stato, Lorenzo Quadri (Lega dei ticinesi).
“Un mese orsono, allorquando sono stati resi noti i risultati dei concorsi per l’assunzione di docenti nelle scuole cantonali continua Quadri – è emerso un dato significativo: per 150 posti a disposizione, i partecipanti erano ben 2000. Non è ancora dato di sapere quanti dei 2000 partecipanti siano frontalieri. Quale soluzione di ripiego alla cancellazione della “clausola linguistica”, lo stesso Tram, al pto 4.4 della citata sentenza, suggerisce: “la conoscenza di altri idiomi nazionali potrebbe costituire titolo preferenziale nell’ambito
delle selezione e scelta fra più partecipanti al concorso”. Si tratta di una soluzione di ripiego, che comporta anche un carico di lavoro burocratico non indifferente. E’ tuttavia sempre meglio di nessuna soluzione. Sarebbe opportuno che questa soluzione non venisse solo applicata ai concorsi per i docenti cantonali, bensì estesa a tutti i posti pubblici, valutando se del caso delle eccezioni per quei settori in cui la forza lavoro residente non basta a soddisfare la domanda (potrebbe essere ad esempio il caso di taluni ambiti del settore sociosanitario)”.
e.marletta
© riproduzione riservata