È demoralizzante sentire e vedere come, nemmeno di fronte a problematiche immediate, complesse e cariche di conseguenze, se non gestite al meglio, come quella degli sbarchi nel sud Italia, gli smistamenti in altre zone e l’eventuale rimpatrio dei clandestini, i nostri politici non rinuncino alla solita bagarre, al solito rimbalzo di passate abilità e/o mancanze. Sarebbe il caso almeno una volta di prendere decisioni univoche, con decisione e fermezza, lasciando da parte le liti e le
fazioni. Credo non importi a nessuno in questo momento il perdersi in responsabilità della destra o della sinistra e analizzare/ speculare/ guardare con la lente d’ingrandimento il passato e ciò che e’ stato fatto. La questione è delicatissima e si protrae da troppi anni- non a caso ci troviamo ad affrontarla, irrisolta, ora che il problema è presente in maniera esponenziale. Che almeno una volta si prendano decisioni coerenti, ferme e decise. Per il bene di tutti
Ilaria Mascetti
Il punto dolente è proprio questo: il bene di tutti. Il bene della nazione. Il bene di un Paese al quale appartiene l’intera comunità. Non è un bene riconosciuto dall’universalità delle forze politiche. Se lo fosse, sulle questioni in cui si gioca il futuro dell’Italia non ci dovrebbe essere distinzione di steccato tra i rappresentanti degl’italiani. Invece c’è. Tristemente c’è. Purtroppo questo è il risultato della distruzione dell’identità patriottica. Proprio così: patriottica. Si sono passati decenni a trascurarla (nel migliore dei casi) o a disprezzarla (nel peggiore). Venuta meno la spinta popolare a rivendicarne il valore e l’importanza, figuriamoci se la classe politica s’è autoinvestita del ruolo di custode e di celebrante di quest’identità. Ha avvertito di farlo, una parte della classe politica, solo quando le è sembrato conveniente per mettere a segno qualche punto nei confronti dell’altra parte, quella che dell’Italia farebbe volentieri a meno. Essendo tali le condizioni in cui ci troviamo, non era (non è) pensabile un’unità di giudizio e d’azione di fronte a qualsivoglia emergenza. Neppure a un’emergenza epocale come l’esodo di massa dal continente africano. Lei dirà che un simile pessimismo non serve che a moltiplicare se stesso: è vero, ma chi desse manifestazione del contrario, oggi rischierebbe d’essere portato via dalla Croce rossa. L’emergenza è anche questa: l’assoluta sfiducia che ci ha presi verso l’ottimismo. Qualcosa di così radicato, in questi tempi, da insinuare il dubbio che augurandole, cara amica, la buona domenica, si dia prova d’improntitudine invece che di cortesia.
Max Lodi
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