Usa/ Elezioni 2012, fuori il primo: lascia repubblicano Barbour

New York, 26 apr. (TMNews) – La gara repubblicana alla nomination per le presidenziali comincerà tra sette giorni, con il primo dibattito tra aspiranti candidati, ma ha già fatto una vittima illustre: Haley Barbour, governatore del Mississippi ed ex presidente del partito repubblicano, ha reso noto che correrà per la nomination del 2012. L’annuncio ha sorpreso gli osservatori politici in America, che si aspettavano di vedere Barbour tra i candidati, e ha messo in luce la possibilità che alle prossime elezioni presidenziali potrebbe arrivarci un esponente vicino al Tea Party più che uno dei grandi vecchi del partito.

A questa tornata elettorale sarà difficile trovare spazio per i repubblicani vecchio stile, cresciuti nell’establishment conservatore e magari, come Barbour, più bravi a fare lobbying di alto livello che massacranti campagne elettorali multimediali. Questa volta, come ha dimostrato il trionfo dei ribelli antitasse del Tea Party alle elezioni di mezzo termine del 2010, il vento soffia a favore di chi spara a zero contro Washington spendacciona e lontana dal popolo. E Barbour, washingtoniano di lunghissimo corso, proprio non era l’uomo giusto.

Il messaggio diffuso lunedì dice che “un candidato presidente oggi accetta un impegno che consuma tutto, e che esclude tutto il resto. Un candidato i cui sostenitori meritano qualcuno preso dal fuoco sacro. Questo non lo posso offrire con certezza”. Certo, Barbour non sarà stato un “tea partier” acceso dal furore contro Barack Obama, eppure ha amici potenti e avrebbe potuto fare una figura discreta nelle primarie del suo partito. Soprattutto aveva viaggiato parecchio negli stati che aprono le

primarie – Iowa , New Hampshire e South Carolina – dove bisogna andare spesso e in anticipo per farsi conoscere dagli elettori. Ma alla fine ha pesato di più il fatto che un curriculum come il suo (fa politica addirittura dal 1960, giovane universitario che lavorava alla campagna persa da Nixon contro Kennedy, ed è uno dei lobbisti più conosciuti della capitale) sarebbe stato davvero difficile da vendere contro quello di Obama a un elettorato assetato di volti nuovi.

Luci accese adesso sul dibattito della prossima settimana. Il campo è affollato e non mancano né i moderati – come il governatore Mitch Daniels e l’ex governatore Tim Pawlenty – né i sostenitori dell’insurrezione anti-Washington, come Sarah Palin e il libertario Ron Paul.

A24-Riv/Coa

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