New York, 27 apr. (TMNews) – Passeranno alcune riunioni di politica monetaria, dunque qualche mese, prima che la Federal Reserve cominci a mandare segnali che è pronta ad alzare i tassi d’interesse dal livello di quasi zero dove si trovano oggi. Lo ha affermato il presidente della banca centrale Usa, Ben Bernanke, nella prima conferenza stampa dopo una decisione di politica monetaria nella storia della Fed. “Non so esattamente quando comincerà il processo di stretta” dei tassi, ha detto Bernanke, aggiungendo che ci vorranno almeno “un paio di riunioni prima di agire” nel senso di una segnalazione ai mercati che la banca centrale intende muoversi.
Bernanke ha reiterato le valutazioni espresse nel comunicato con il quale la Fed ha reso noto di aver lasciato i tassi invariati nella riunione di oggi tra zero e 0,25 per cento, livello dove si trovano fin dal dicembre 2008. “Siamo in una ripresa moderata”, ha detto il capo della Federal Reserve. A chi gli chiedeva cosa significhi esattamente la frase, che appare da due anni nei comunicati della banca centrale, secondo la quale i tassi resteranno bassi “per un periodo esteso” Bernanke ha risposto che la valutazione dipende dalle condizioni economiche: “Osserveremo con attenzione per vedere se la ripresa è sostenibile, come pensiamo che sia”.
L’impatto dell’inflazione, dovuta particolarmente all’aumento del prezzo della benzina, sarà per Bernanke “transitorio”. Secondo le stime della Fed i prezzi saliranno nel 2011 tra il 2,1 e il 2,8 per cento, ma le stime per l’inflazione depurata delle componenti volatili come cibo ed energia dovrebbe crescere tra l’1,3 e l’1,6 per cento, sotto la soglia di attenzione del 2 per cento. “Ci aspettiamo che l’inflazione torni a livelli più normali ma osserveremo con attenzione”, ha detto Bernanke.
Tuttavia la Fed ha ridotto le stime per la crescita di qui al 2013, insieme a una leggera riduzione delle stime relative alla disoccupazione. Le proiezioni rese note oggi aggiornano quelle pubblicate a fine gennaio e prevedono che gli Usa cresceranno tra il 3,1 e il 3,3 per cento quest’anno, meno della stima precedente tra il 3,4 e il 3,9.
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