New York, 7 giu. (TMNews) – Il Pentagono potrebbe opporsi al ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan. Secondo quanto scrive il New York Times, il dipartimento della Difesa crede che un richiamo troppo sostanzioso di forze potrebbe essere precoce e pregiudicare i progressi compiuti nel paese centro-asiatico.
In Afghanistan, dove si trova per congedarsi dalla truppe prima di lasciare a fine mese, il segretario alla Difesa, Robert Gates, ha detto di credere che “non sia ancora giunto il momento di allentare la tensione, almeno per i prossimi mesi”. Gates continua, come ha sempre fatto in passato, a difendere la strategia di contro-insurrezione. Secondo il segretario della Difesa, questa è fondamentale per l’efficacia complessiva della strategia antiterroristica americana. Il Pentagono è consapevole di andare contro la Casa Bianca che, per motivi politici, lamenta i costi, in termine di vite e miliardi di dollari, del conflitto.
Anche il comandante americano a capo della missione Nato di addestramento delle forze di sicurezza afgane, il tenente generale William Caldwell, sottolinea come il ritiro delle truppe dipenda dalla capacità degli afgani di garantire la sicurezza nella zona ed è, pertanto, troppo precoce. Il comandante Nato ha detto che l’alleanza nordatlantica ha formato già 296.000 tra poliziotti e soldati, in linea con l’obiettivo di 305.000 unità entro ottobre, ma sottolinea come solo una recluta su 10 sappia leggere e scrivere e come le defezioni sono numerose, in particolare nelle zone di guerra. Inoltre, dice Caldwell, il paese è afflitto da una corruzione dilagante.
Il ritiro riguarda solo le 30.000 truppe addizionali che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva inviato in Afghanistan lo scorso anno per rinvigorire lo sforzo militare americano. Il ritiro di tutte le forze armate americane e alleate dal paese centro-asiatico segue un’altra tabella, con scadenza 2014. L’addestramento Nato delle forze di sicurezza afgane invece continuerà fino al 2017.
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