LUINO «Si è chiusa una stagione politica. Quella che nel bene o nel male è gravitata intorno a Silvio Berlusconi e al “berlusconismo”. E ora ci troviamo in una situazione grave e al contempo interessante. Da un lato si annunciano, e in parte sono già in corso, grandi movimenti. Le difficoltà stanno nell’effettiva capacità della politica di scomporsi per poi ricomporre nuovi soggetti in grado di dare le risposte di cui il Paese ha bisogno. Subito». Parola di Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e filosofo, protagonista a Luino, nella sede dell’Imf di Creva, della Summer School del suo Centro di formazione politica. E ieri mattina, a conclusione della tre giorni di riflessioni e lezioni, del dibattito “In un nuovo mondo, una nuova Italia” che ha visto protagonisti anche i varesini Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle infrastrutture (Pdl), e Stefano Tosi, consigliere regionale del Pd.Professore, si è proprio chiusa l’avventura di Berlusconi?Senza dubbio. Almeno dal punto di vista politico. Ed è naturale che sia così dopo oltre 15 anni di leadership ininterrotta. Qualcosa che nelle democrazie europee non ha precedenti. Per questo all’interno del Pdl, se vorrà sopravvivere, bisognerà ripensare molte cose. Prendendo effettivamente a modello qualcosa di simile al Partito popolare europeo. Un soggetto che ora come ora ha poco a che fare con il Popolo delle Libertà.Crisi di Berlusconi e crisi di Bossi e Lega. Fenomeni legati?Chiaramente legati.
Perché se il ciclo di Berlusconi è finito, lo è anche quello del suo maggior alleato, Bossi. È nell’ordine delle cose. La domanda da farsi non è come mai sia giunta la fine naturale di questi due leader e del loro apporto alla politica. Quanto piuttosto come mai questo ciclo sia durato per quasi due decenni.Quali saranno, allora, gli scenari futuri che è possibile ipotizzare?Si andrà incontro a un fenomeno di scomposizione. Con due alternative. Una, che è la peggiore per il Paese, potrebbe essere quella di una sorta di balcanizzazione dei movimenti e partiti politici: un salto indietro alla Prima Repubblica. L’altro scenario, che mi auguro, è quello della composizione di nuove forze politiche, democratiche, competitive. Un Pdl che sia Partito popolare, inteso all’europea, una Lega che rappresenti l’espressione regionale, come una sorta di Csu bavarese, alleato o no del centrodestra. E un Pd realmente riformatore. Come le forze socialiste europeo o laburiste.Scenari percorribili nell’immediato?Lo devono. Abbiamo due anni di tempo. Quelli che ci separano dalle prossime elezioni, altrimenti corriamo il rischio di fare la stessa fine di Grecia, Portogallo e Spagna.A proposito di Spagna, come giudica il movimento degli “indignados”?È l’ovvia reazione a una precarizzazione giovanile insostenibile. Per questo i giovani scenderanno in piazza, a breve, anche in Italia. E saranno proprio i nuovi soggetti politici, che mi auguro nascano presto, a dover dar loro risposte concrete.Alessio Pagani