Rai e Gabibbo per la Livingston E oggi vertice con Sacconi

CARDANO AL CAMPO Sono arrivate le telecamere della Rai e persino il Gabibbo, ieri in via Giovanni XXIII, alla sede della Livingston. I dipendenti sono disperati, preoccupatissimi per un posto di lavoro che potrebbe svanire tra oggi e domani. Per l’intera giornata sono rimasti davanti all’azienda, in presidio. Trovando la solidarietà del singolare inviato Mediaset che ha acceso i microfoni per loro.
Intanto, sempre ieri, c’è stato l’incontro tra organizzazioni sindacali e ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani.

Il quale si è impegnato ad essere presente anche oggi, all’incontro tra il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, e le parti in causa, i rappresentanti dei lavoratori (dei piloti, degli assistenti di volo e del personale di terra) e l’azienda. Da Cardano al Campo, insieme ai lavoratori della Livingston, ieri in forze nel cortile dell’azienda, Gianluigi Argiolas, segretario della Filt Cgil di Varese, interpreta positivamente questo primo dato di fatto: «L’intervento del ministro è molto importante. Il futuro di questa compagnia aerea rimane appeso a un filo, ma la faccenda sembra incanalarsi su una strada positiva».
Dunque il primo tam tam risuonato da Roma, non getta ombre in più sul vettore cardanese con il certificato di operatore aeronautico ancora valido soltanto fino al 14 ottobre e poi sospeso da Enac. L’unico aereo della flotta è a terra. I 500 dipendenti erano ieri di nuovo uniti e compatti dentro i cancelli di via Giovanni XXIII, ma fuori dall’azienda. Lavoro infatti non ce n’è. E oggi bisognerà siglare l’accordo per la cassa integrazione speciale per tutti e 500 i lavoratori, ormai nella preoccupazione più cupa circa il loro futuro e quello delle rispettive famiglie.
«Il ministro Romani valuterà le due offerte giunte alla Livingston, se saranno confermate o meno cioè se si concretizzeranno con criteri e impegni messi nero su bianco», informa Argiolas riportando le news arrivate dalla capitale, dai segretari nazionali di settore della Filt (impegnati sono anche Fit e Uilt). «Certo non potrà essere il ministero a forzare la mano perché la trattativa vada in porto. Noi avremmo insistito perché intervenisse presso le banche per tendere una mano alla compagnia, ma Livingston ha comunicato la propria impossibilità a procedere. Dunque l’unica speranza è che subentri qualcun altro», spiega il sindacalista. Viceversa, la Livingston scomparirebbe. Per Malpensa e il suo territorio sarebbe un duro colpo, l’ennesimo. Ci sarebbero professionalità senza più un’occupazione e una compagnia aerea, basata in brughiera, che contava 6 velivoli per volare anche oltreoceano, svanita nel nulla.  La cautela è d’obbligo. Ma non tutto è ancora perduto.
Oggi intanto si saprà se sarà concessa la Cassa. A seconda che l’azienda la richieda per crisi aziendale o altre motivazioni, scatterà il periodo di durata degli ammortizzatori sociali, in ogni caso almeno per dodici mesi. Nel frattempo, i 500 dipendenti continuano ad essere senza stipendio da qualche mese. Per questo le organizzazioni sindacali chiederanno al ministro Sacconi un corrispettivo della cassa, senza attendere i tempi Inps.
Ma se sarà soltanto cassa, senza ancora un’offerta sicura per l’acquisizione del vettore, la protesta varcherà i confini aziendali per sbarcare in aeroporto. «Da mercoledì saremo a Malpensa, ben visibili a tutti se domani (oggi, ndr) non avremo buone nuove», incalza Argiolas. «La situazione di Malpensa è critica, al di là delle bandiere di sviluppo e rilancio che vengono sventolate. Non si può lasciar chiudere una compagnia come la Livingston. Chiederemo un incontro alla provincia di Varese e alla regione per mettere a conoscenza queste istituzioni di quanto sta accadendo, semmai non lo sapessero». Intanto dal Comune di Cardano al Campo, il vicesindaco Laura Prati ammette l’impossibilità per un ente locale di far fronte a una simile situazione: «Il fondo di solidarietà che abbiamo stanziato è già esaurito e le azioni concrete di aiuto alle famiglie attraverso il piano di diritto allo studio, non basta già più».
Alessandra Pedroni

s.bartolini

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