VARESE «Caro Santoro, se fossi vissuto nel 1800, e ci fosse stata la televisione, altro che Silvio Berlusconi…». Un incipit doveroso, perché la prossima mostra dello storico Graziano Ballinari, gestore dell’osteria Cose di Altri Tempi, dal titolo “Il Risorgimento a luci rosse”, sarà appunto dedicata a Santoro, Floris, Vinci e Vespa. Ovvero «ai conduttori delle peggiori trasmissioni mai create nella nostra storia». La rabbia di Ballinari è giustificata dal fatto che in questi talk show hanno avuto ampio spazio le vicende personali del premier, soprattutto quelle legate a escort, minorenni e marocchine. «E ci si indigna senza sapere – dice – che quello che fa Berlusconi tra un festino e l’altro è una minima parte di quello che fecero i protagonisti del Risorgimento». Un Risorgimento a luci rosse, quello che aprirà i battenti all’osteria a gennaio, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, perché la vita sessuale dei politici di allora, secondo le prove raccolte da Ballinari, era molto più esagitata e impulsiva di quella che si potrebbe addebitare a Berlusconi. «Il primato va senz’altro a Giuseppe Mazzini – racconta lo studioso – il quale ebbe 26 amanti, delle quali 4 sorelle in contemporanea. Ognuna di loro sapeva dell’altra ed andava a tutte benissimo». Ma Mazzini, perlopiù eterosessuale, avrebbe anche avuto un innamoramento omosessuale, nei confronti del giovane Goffredo Mameli. «I giornali dell’epoca lo raccontano – sottolinea Ballinari – e nessuno lo ha mai smentito. Del resto, in quell’epoca ognuno aveva i suoi vizi. E nessuno faceva moralismo». Anche perché la
gestione dello Stato a quanto pare andava bene. «Non rubavano» dichiara Ballinari. Anche se le finanze dello Stato a un certo punto andarono in crisi, raccontano, per le spese folli di re Vittorio Emanuele II per le sue amanti. «Regalava troppi gioielli, per non parlare di titoli nobiliari» dice Ballinari. Due le donne il cui nome rimase legato a quello del re: la Bela Rosin, 15enne quando iniziò la relazione, contadina, che fu poi insignita del titolo di contessa. Ed Emma Ivon, attrice milanese nata nel 1850, che si legò al re non ancora ventenne. Tutte le protagoniste di questi amori furono giovanissime. «Nessuna raggiungeva i vent’anni». Insomma, il caso Ruby di fronte a queste cose sembra una bazzecola. Ma le donne non furono solo oggetti di desiderio, ma anche protagoniste del Risorgimento. A partire alla contessa di Castiglione, introdotta da Cavour a Napoleone III per ottenere l’alleanza con la Francia. E che dire di Garibaldi? «Quando era a Londra, le donne volevano una ciocca dei suoi capelli. E lui fuggiva, perché ci teneva alla sua capigliatura». Garibaldi fu fedele ad Anita, anche lei giovanissima, ma quando morì si dedicò ad ogni donna. Famoso il passaggio a Varese dove sposò la contessina Raimondi appena 18enne. Un altro uomo dai costumi facili era Nino Bixio, frequentatore di bordelli. Ma si narra che anche sua moglie Adelaide fosse molto libertina. Francesco Crispi invece fu un bigamo: si sposò due volte, solo che la seconda non aveva divorziato dalla prima.Marco Tavazzi
s.bartolini
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