Tripoli, 14 lug. (TMNews) – Il governo di Tripoli ha annunciato “l’arresto totale” di ogni cooperazione energetica con l’Italia, precisando che in futuro non verrà firmato alcun accordo con l’Eni a causa della partecipazione italiana alle incursioni della Nato. Sul terreno, alla vigilia della riunione a Isntabul del gruppo di contatto, i ribelli proseguono la loro avanzata.
Da un lato, gli insorti si preparano a lanciare un’offensiva su Brega, città petrolifera nelle mani delle truppe fedeli al leader libico Muammar Gheddafi. Dall’altro , dopo aver respinto la controffensiva delle truppe governative, le forze ribelli libiche dispiegate sul fronte del Dejbel Nefusa si sono avvicinate ad al-Assaba, sottoposta ieri a un violento bombardamento di artiglieria: il bilancio delle vittime dei combattimenti tra le milizie è di almeno 8 morti e 30 feriti.
E da Mosca vengono notizie inquietanti. Se l’offensiva avesse successo, il leader libico Muammar Gheddafi – sostiene l’inviato speciale russo in Libia, Mikhail Margelov – sarebbe pronto a distruggere Tripoli con missili terra-terra. Sino ad oggi Gheddafi non ha usato neppure un missile terra-terra, e di questi ne ha in abbondanza – racconta l’emissario del presidente Medvedev per la Libia – il premier libico mi ha detto: se gli insorti prenderanno la città, allora la copriremo di missili e la faremo saltare in aria”. Margelov dichiara di ritenere che “il regime di Gheddafi abbia davvero tale piano suicida” in serbo. L’inviato del Cremlino conferma poi a Izvestia che nella parte della Libia controllata ancora dal Colonnello scarseggiano seriamente benzina e carburanti vari.
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