Rogo all’ Angel’s bay in Kenya «Abbiamo trovato l’inferno»

«Jambo peremende», il saluto dei bambini festanti è sempre lo stesso.
«Ciao caramella» gridano ai varesini arrivati a Malindi subito dopo la notizia dell’incendio all’Angel’s Bay che ha distrutto le loro case. Per i bimbi il rogo ha portato solo l’inaspettata fortuna di una visita fuori stagione dei “musungu”, come chiamano loro i bianchi, e la speranza di ricevere una caramella o una penna.

I loro genitori dimostrano invece un’insolita preoccupazione e si danno da fare con non mai: «Visto letto? C’è ancora un pezzo» si affretta a mostrare uno dei boy, i ragazzi che lavorano nelle case degli italiani, ad uno dei varesini in visita.
La voglia è quella di ricominciare subito a fare ordine, per ricominciare a lavorare al più presto. Loro, i ragazzi kenioti, sono quelli che hanno perso più di tutti nell’incendio, hanno perso il lavoro e la possibilità di mantenere le loro numerose famiglie se le case non verranno ricostruite.

E stavolta le valutazioni da fare sono tante, spiegano quelli che hanno perso la casa, perché l’incendio che ha distrutto il villaggio non è il primo, ma sicuramente il più grande, come racconta Massimiliano Forcati, managing director dell’Angel’s Bay «uno dei più grossi incendi verificatosi negli ultimi anni nella zona di Mambrui, Malindi e Watamu», le tre località turistiche sulla costa kenyota molto frequentate dagli italiani.

Un pezzo di letto, l’anta di un frigo, una televisione mezza sciolta dal calore, sono le poche cose che i nostri concittadini hanno trovato nel loro sopralluogo: «Irriconoscibile», questa la prima parola che arriva direttamente dai varesini in visita. Corsi a vedere cosa è rimasto delle loro case.
Raccontano di cedimenti, ancora fumo, mobili distrutti, bombole scoppiate che come proiettili hanno minato le case fin dalle fondamenta. Qualcuno è riuscito a salvare qualcosa, tutti si chiedono cosa fare: «Vedere questo inferno e ripensare al paradiso che era è un colpo al cuore» scrive Sara Benato sulla pagina di Facebbok dell’Angel’s Bay Resort: «Noi in questo incubo abbiamo perso la casa, ma non la volontà di ricominciare e ritornare, speriamo presto».

Lei come tanti altri mostra la voglia di ricominciare: «Della nostra casa non è rimasto quasi nulla» continua Benato commentando la decisione del resort inserito all’interno dello stesso villaggio di case di ricostruire subito «e leggere questo comunicato ci dà speranza e voglia di ripartire e ricostruire il nostro sogno africano».
La zona dedicata al resort dunque ripartirà, ma, da come racconta il direttore Forcati, la loro è la meno danneggiata; «le nostre case hanno subito i danni maggiori» raccontano invece varesini in visita. Solo i giardini sono rimasti intatti, «il fuoco ha bruciato molte palme, ma non è stranamente riuscito a bruciare i fiori» spiegano.

Desolazione e desiderio di ripartire sono i due sentimenti contrastanti di questo viaggio fuori stagione «anche il poco che si era salvato è stato portato via» raccontano ancora.
Ora decideranno insieme cosa fare «spiace pensare ai tanti ragazzi che stavano nelle nostre case, all’orfanotrofio che abbiamo contribuito a realizzare, a tutti quelli che lavoravano intorno a questo villaggio»: la voglia di ricominciare viene anche da loro, che in questi giorni sono tutti lì ad aiutare.

e.besoli

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