LUINO Quando il jazz incontra la musica d’autore: Danilo Rea suona De André. Stasera alle 21, al teatro sociale di Luino, nell’ambito della rassegna “Jazz in Maggiore”, l’audace improvvisatore dalla sensibilità melodica incrocia l’essenza delle canzoni del grande Faber nel suo «Tributo a Fabrizio De André», che è anche la sua ultima uscita discografica edita dalla prestigiosa etichetta Act. Ingresso: 10 euro. Un concerto che si annuncia magico: la sofisticata bellezza delle evoluzioni pianistiche di Danilo Rea danno una nuova forma d’espressione alla poesia del cantautore genovese.Ogni canzone di De André nelle note di Rea diviene un’opera nuova. Un concerto che parla a tutti gli appassionati della musica, non solo jazz. La rivista “Rolling Stone” in un numero che probabilmente rimarrà nella storia (quello dello scorso luglio) ha messo – come cita il titolo di copertina – «De André giù dall’altare». Lunghe interviste ad amici, familiari e conoscenti svelano il suo lato più umano, fatto di ombre, ambiguità e confusioni culturali. La stessa moglie, Dori Ghezzi definisce l’uomo Faber «un orso provocatorio, dai modi aggressivi, ma anche incapace di portare rancori. Alla fine stargli vicino era bello. Pure nei giorni di sequestro». E fu proprio sua moglie, nel 2005, a proporre un omaggio che avesse come tema una libera interpretazione dei brani
più noti del cantautore. Un progetto nato al festival di Berchidda, con debutto all’Agnata, tenuta in territorio di Tempio Pausania dove De André visse il suo “periodo sardo”.Dal 2005 ad oggi, l’omaggio di Rea ha viaggiato in Italia e in Europa e il racconto musicale ha trovato nuovo equilibrio affinandosi in ogni passaggio. Rea rilegge in chiave jazzistica un repertorio che spazia dai grandi classici come «La Canzone di Marinella» o «Bocca di Rosa» per arrivare a composizioni che si prestano perfettamente alle capacità di improvvisazione di Danilo Rea. E non di certo per idealizzarlo, o “santificarlo” come hanno fatto in molti dopo la morte, ma semplicemente per rendergli omaggio, come, invece, forse, pochi sanno fare. E con l’aiuto, di un piano, solo, attraverso il potere evocativo del suono, grazie alla ricchezza di una fertile sensibilità e della creatività artistica di cui Rea è dotato.Un’impresa sicuramente ardua per cui sarebbe naturale chiedersi: com’è possibile rappresentare delle storie privandole della parola, elemento fondamentale di ogni narrazione? Rea ci riesce trasformando la melodia dell’amatissimo cantautore genovese in un messaggio puramente strumentale di grande suggestione, senza perdere la memoria dei testi poetici. D’altronde da anni Rea si cimenta in avventure di questa portata: interpretazioni di Led Zeppelin e Beatles, oltre a collaborazioni con interpreti Barbara Rizzo
s.bartolini
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