New York, 24 mar. (TMNews) – “Pagate parte del risarcimento da 1,5 miliardi di dollari che dobbiamo alle famiglie delle vittime dell’attentato terroristico al Pan Am 103 (che nel 1986 costò la vita a 259 persone) o ci saranno serie conseguenze sui vostri contratti”. E’ il ricatto rivolto da emissari fidati del dittatore libico, Muammar Gheddafi, a 15 dirigenti di multinazionali attive nel settore petrolifero in Libia. Lo rivelano dichiarazioni e documenti di dirigenti delle aziende e funzionari e diplomatici Usa, resi pubblici da Wikileaks e ripresi dal New York Times. Al diktat libico, che risale al 2009, molte aziende risposero sdegnate, ma altre – tra le quali alcune società americane – sembravano pronte a cedere e a pagare.
Un episodio non isolato e che – secondo i funzionari americani – riflette una cultura del regime libico fatta di corruzione, tangenti, intimidazioni e clientelismo politico. Da quando, nel 2004, gli Stati Uniti hanno riaperto il commercio con il governo di Gheddafi, le compagnie petrolifere americane e internazionali, le società di telecomunicazioni e altri gruppi industriali, hanno subito i ricatti degli uomini del colonnello, che cercavano di estorcere alle aziende milioni di dollari attraverso “bonus alla firma” e “contratti di consulenza”. “La Libia è una cleptocrazia in cui il regime della famiglia Gheddafi, e dei suoi più stretti alleati politici, ha una partecipazione diretta in qualsiasi cosa valga la pena acquistare, vendere o possedere”, recita uno dei documenti cablati del dipartimento di Stato, nel 2009.
Nei primi anni dopo la fine dell’embargo, con il colonnello Gheddafi che aveva promesso di rinunciare alla ricerca di armi nucleari e al terrorismo, molte imprese americane erano esitanti a stringere rapporti con il governo libico. Ma in seguito all’accordo del 2008 sulla risoluzione che riconosceva le responsabilità della Libia nell’attentato al Pan Am 103, i funzionari del dipartimento del Commercio degli Stati Uniti avevano cominciato a fare da intermediari tra le imprese americane e la Libia. Almeno una dozzina di società Usa, tra cui Boeing, Raytheon, ConocoPhillips, Occidental, Caterpillar e Halliburton, ottenne o provò a ottenere appoggi.
E persino Bernard Madoff, il finanziere newyorkese autore della megatruffa da 65 miliardi di dollari, nel 2010 avvicinò alcuni funzionari libici prospettando loro un’opportunità di investimento per il fondo sovrano di Tripoli, che gestisce 70 miliardi di dollari. Ma gli uomini di Gheddafi declinarono cortesemente.
A24
© riproduzione riservata











