Varese, per la piscina sexy il Comune chiama Rocco Siffredi

VARESE La piscina di Villa Mylius nasconde un’opera d’arte e parte il progetto di ristrutturazione. Ora abbandonata e bersaglio preferito di writers e vandali, in realtà la vasca della Villa di viale Aguggiari è una creazione di Pietro Porcinai, architetto e paesaggista italiano tra i più importanti del Novecento. Che, a Villa Mylius, si occupò della realizzazione della piscina, cui diede una forma fallica, la più grande d’Italia.
Venticinque metri di lunghezza, che secondo i racconti dell’epoca,

sarebbero stati chiesti esplicitamente dal committente per stupire una famosissima e giovane attrice del tempo. Sempre secondo la «leggenda», la giovane non credeva che ne esistesse uno tanto grande e scommise che nessuno sarebbe stato in grado di mostrarglielo. Detto fatto, il committente se lo fece addirittura costruire in giardino. Se la giovane attrice pagò pegno e se la storia sia vera o frutto di fantasia non è dato sapere, ma di certo è rimasta l’opera di Porcinai e la sua forma inequivocabile e dal valore indiscusso.
La piscina è formata da due vasche tondeggianti, una accanto all’altra e dotate di idromassaggio, che sfociano in un’altra dalla forma più allungata. Struttura visibile e identificabile su google maps. Se davvero fosse stata realizzata intenzionalmente, la piscina avrebbe, tra l’altro, un doppio riconoscimento: quello di indiscussa opera d’arte e quella di fallo più lungo d’Italia. Ed è su questo doppio senso che l’amministrazione vorrebbe giocare per trovare i fondi necessari alla sua ristrutturazione, chiamando in città il recordman italiano nello stesso campo: Rocco Siffredi. Il porno attore, ormai in “pensione”, potrebbe aiutare l’amministrazione a riportare la piscina all’antico splendore.
Un progetto per recuperare l’opera del Porcinai, infatti, è già stato presentato alla Fondazione Cariplo ma non è detto che venga finanziato. «Costerebbe meno che sistemarla e attrezzarla per l’apertura al pubblico», spiega Pietro Cardani, il dirigente del Comune che si è occupato del recupero del parco e che ha raccolto la testimonianza di alcuni domestici della Villa sulle feste che si organizzavano li negli anni’50 e a cui partecipavano personaggi famosi e del mondo dello spettacolo.
«Con l’amministrazione abbiamo ragionato sul recupero dell’area della piscina – continua Cardani – perché non può rimanere più in stato di abbandono. Prima avevamo avanzato l’ipotesi di una ristrutturazione legata all’utilizzo che ne potevano fare i cittadini. Aprire la piscina al pubblico però è risultato troppo costoso. Quando poi abbiamo scoperto che era stata realizzata da Pietro Porcinai che negli anni cinquanta lavorò a Varese, non solo a Villa Mylius ma anche a Villa San Pedrino a Bosto e a Villa Le Versagne a Velate, abbiamo pensato ad un recupero puramente artistico. Ristrutturare le vasche, come abbiamo fatto con quelle di Villa Toeplitz, e lasciare che i cittadini ne godano dalla sola vista». E qui entrerebbe in scena il Rocco nazionale. «Siffredi potrebbe essere il testimonial perfetto di quest’opera – aggiunge – che tra l’altro non ha nulla di volgare e potrebbe attirare in città diversi curiosi».
Valentina Fumagalli

s.bartolini

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